Ecco alcuni dati emersi durante la presentazione regionale del Dossier Statistico Immigrazione organizzata in Palazzo d’Accursio e in diretta Facebook dall’associazione Africa e Mediterraneo.
Al 31 dicembre 2020, secondo i dati Istat, i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna sono 537.556, in flessione di poche decine di unità rispetto all’anno precedente. Costituiscono il 12,1% della popolazione complessiva. Si tratta del dato più alto fra le venti regioni italiane. Tale incidenza risulta in leggero incremento rispetto all’anno precedente perché la popolazione italiana, e con essa quella complessiva, risulta in più marcato decremento, per effetto di un’ulteriore contrazione delle nascite e per il drammatico incremento dei decessi, quale effetto diretto e indiretto della pandemia da Covid-19. Se si calcola l’incidenza dei soli cittadini non UE, si perviene a un tasso del 9,3%.
Si conferma la più alta incidenza dei residenti stranieri nei territori nord-occidentali della regione: nella provincia di Piacenza si registra un tasso del 14,6%, seguita da Parma attestata al 14,3%. Al terzo posto, con un’incidenza del 13,0%, si colloca Modena, seguita da Reggio Emilia (12,2%), poi, sotto la media regionale, Bologna all’11,7%, Ravenna all’11,3%, Forlì-Cesena all’11,0%, Rimini al 10,7% e infine Ferrara al 9,5%. Sempre amplissimo lo spettro delle cittadinanze: oltre 170 paesi diversi, con al primo posto la comunità rumena (come in Italia) che raccoglie il 17,6% del totale dei cittadini stranieri residenti, seguiti dai cittadini del Marocco (11,1%) e poi gli albanesi (10,5%), seguiti a loro volta da ucraini (5,9%) e cinesi (5,3%).
Una presenza stabile, come conferma l’aumento dell’incidenza degli alunni stranieri (in grande maggioranza nati in Italia) iscritti nelle scuole dell’ER nell’a.s. 2019/2020, pari al 17,1% del totale (nell’a.s. 2018/2019 erano il 16,4% e l’anno precedente il 16,1%). I bambini stranieri nati nel corso del 2020 in ER sono stati un quarto del totale dei nati nell’anno (in Italia il 15,0%).
Se gli occupati stranieri calano a livello nazionale del 6,4%, in ER rimangono stabili (circa 259.800) con una minima crescita dal 12,8% al 13,1% sul totale degli occupati in regione, confermando un valore ben al di sopra della media nazionale (10,2%). Ma le donne straniere occupate, come per l’intero Paese, diminuiscono in modo significativo da 122.867 a 115.952, passando dal 47,4% degli stranieri che lavorano al 44,6%. Essere straniera ed essere donna si conferma come una doppia penalizzazione.
La resilienza mostrata dai cittadini stranieri a livello nazionale, con l’aumento delle imprese a loro conduzione, si conferma per la nostra regione: secondo i dati Infocamere e Unioncamere, in regione le imprese condotte da cittadini stranieri sono 55.999, il 12,5% del totale, con un incremento del 2,5% rispetto al 2019, mentre le imprese italiane sono diminuite (-1,0%). Sul versante delle rimesse, dopo anni di stazionarietà, i dati della Banca d’Italia indicano un aumento del flusso di denaro inviato dall’ER nei paesi di origine dei migranti: da 568 a 706 milioni di euro, con un aumento del 24,3% rispetto al 2019.
A Bologna, hanno introdotto la presentazione in Palazzo d’Accursio i saluti istituzionali di Luca Rizzo Nervo, neo-assessore al welfare, fragilità e nuove cittadinanze del Comune di Bologna, Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e Giuseppina Bagnato, Pastora della chiesa metodista di Bologna.
Il redattore del Dossier Pietro Pinto ha presentato alcuni dati salienti a livello nazionale, cosa che è avvenuta in contemporanea in tutte le regioni e provincie autonome italiane, mentre Valerio Vanelli, ricercatore dell’Istituto Cattaneo per l’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio, ha proposto un focus sulla situazione regionale, che abbiamo sopra sommariamente descritto.
Maria Adele Mimmi, Capo Area Welfare del Comune di Bologna, ha presentato i dati relativi al sistema di accoglienza di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale nell’Area Metropolitana bolognese e Circondario imolese, i cui posti ammontano al 30 settembre 2021 a 2.046, di cui 1.361 nell’ambito del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI), ma ha anche offerto un quadro della complessità dei servizi di integrazione lavorativa e sociale attivati.
Andrea Facchini della regione Emilia-Romagna ha esposto alcuni risultati (riportati anche nel Capitolo Regionale del Dossier) che emergono dalla recente ricerca sulla mediazione interculturale realizzata dalla Regione, che ha coinvolto oltre 240 mediatori, e dalla quale emerge il nuovo “identikit” del mediatore, che risulta essere prevalentemente donna, di cittadinanza italiana (per lo più acquisita), ultraquarantenne, in Italia da almeno 15 anni, con un titolo di studio medio alto e che parla almeno 3 lingue. Lavorativamente parlando, è impiegata part-time in una cooperativa, agisce come mediatrice su più ambiti di intervento e sta modificando il suo intervento nel solco dei cambiamenti tecnologici in corso.
Sandra Federici, direttrice di Africa e Mediterraneo, ha moderato i lavori di presentazione di questo Dossier, uno strumento imprescindibile per comprendere la società, una lettura corale (vi collaborano oltre 100 autori/rici e organizzazioni) delle migrazioni nell’anno della pandemia, a 20 anni dagli attentati terroristici dell’11 settembre, data che ha contribuito a cambiare la nostra percezione delle migrazioni e ha influito molto sulle politiche relative ai flussi migratori.
INFO: s.federici@africaemediterraneo.it
Tel: 3492225101
Parole chiave : Centro di ricerca IDOS, Confronti, Dossier Statistico Immigrazione 2021, Regione Emilia-Romagna, stranieri
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12 novembre 2012
Start It Up. Nuove Imprese di Cittadini Stranieri
Martedì 13 Novembre alle ore 10.30, presso la Camera di Commercio di Roma – Sala Horti Sallustiani di Unioncamere in Piazza Sallustio,21 – saranno presentati i risultati del progetto Start It Up. Nuove Imprese di Cittadini Stranieri, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in collaborazione con Unioncamere.
Il progetto ha l’obiettivo di facilitare e supportare la nascita di nuove attività economiche di cittadini stranieri residenti in Italia.
L’iniziativa ha coinvolto 10 camere di commercio di Ancona, Bari, Bergamo, Catania, Milano, Roma, Torino, Udine, Verona e Vicenza che, con il supporto tecnico di Retecamere, hanno portato avanti dei percorsi di imprenditorialità con l’obiettivo di accompagnare e guidare i partecipanti alla stesura del loro business plan.
È possibile avere maggiori informazioni leggendo la notizia sul Portale Integrazione Migranti all’indirizzo seguente: http://www.integrazionemigranti.gov.it/Attualita/eventi/Pagine/Chiusura-Start-it-up.aspx
In allegato il programma dell’evento.
Parole chiave : cittadini, del, Donne Migranti, imprese, integrzione, it, Lavoro, ministsero, nuove, politiche, portale, sociali, start, stranieri, up
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“Oltre la crisi, insieme” è il motto scelto dall’équipe del Dossier Statistico immigrazione per l’edizione di quest’anno, nella consapevolezza della difficile fase economica e sociale in cui cade la pubblicazione di questo importante strumento di lettura della migrazione. Un fenomeno che gli indicatori attestano come sempre più stabile e strutturale, non sempre assecondato dalla legislazione sia per quanto riguarda l’offerta di pari opportunità per l’inserimento sia per la garanzia della stabilità del soggiorno.
La presenza regolare dei cittadini stranieri in Italia si aggira attorno ai 5 milioni, come lo scorso anno. Esauritosi verso la metà degli anni ’70 l’esodo verso l’estero, è andata incrementandosi l’immigrazione in Italia, con un crescendo del tutto notevole nell’ultimo decennio, in cui la popolazione immigrata è aumentata di 3 milioni di unità e gli indicatori di inserimento sono diventati sempre più forti.
Tra questi, la crescente presenza di famiglie (2 milioni quelle con almeno un componente straniero), il numero dei minori (993.238), l’incidenza sulla popolazione residente (7,5%), la forza lavoro (oltre il 10%), il numero degli occupati (oltre 2 milioni), i titolari d’impresa (228.540), le acquisizioni di cittadinanza (66mila), i matrimoni misti (21.357).
La Caritas Italiana ha voluto porre l’accento sul fatto che gli operatori sociali e pastorali sono una “base indispensabile perché si avvii un nuovo corso, che congiunga il nostro passato di emigrazione con il presente che stiamo vivendo come paese di immigrazione.” Ha inoltre esortato a imparare a essere aperti ma non approssimativi, a farsi carico dello sviluppo del nostro paese senza trascurare gli altri, a vivere una globalizzazione all’insegna dei diritti e di uno sviluppo autentico. Questo per imparare a vivere con gli immigrati, chiedendo agli immigrati di collaborare.
Immigrati per i quali la vita non è stata facile ultimamente: nell’ultimo anno sono scaduti, senza più essere rinnovati, ben 684.413 permessi di lavoro (2/3 per lavoro e 1/3 per famiglia), costringendo gli interessati al rimpatrio o al rifugio nel lavoro nero.
Pubblichiamo di seguito la scheda riassuntiva del Dossier 2011.