27 luglio 2012

Una petizione per salvaguardare il patrimonio del Mali

L’Ecole du Patrimoine Africain – EPA, istituzione con sede in Bénin attiva sin dal 1998 nella promozione del patrimonio culturale africano, ha lanciato una petizione per la salvaguardia del patrimonio culturale del Mali, bene dell’Africa e del mondo intero, attualmente messo in pericolo a causa della crisi politica.

Le recenti profanazioni dei due mausolei di Saints e Timbuctù, perpetrate dai gruppi fondamentalisti di Ansar Ad-Din, hanno suscitato forti preoccupazioni tra le istituzioni specializzate e i professionisti del settore, che si sono mobilitati per denunciare il fatto e per segnalare all’opinione pubblica nazionale ed internazionale le continue minacce verso i beni situati nel nord del territorio maliano.

Numerosi sono infatti i musei, monumenti, memoriali, conservatori e centri culturali che oggi sono in pericolo a causa dell’intolleranza e dei traffici illeciti, aspetti che hanno contribuito anche alla crescenti migrazioni delle popolazioni, soprattutto quelle del nord, verso l’interno e i paesi limitrofi. Secondo un’indagine condotta dall’Ufficio degli affari umanitari delle Nazioni Unite, al 5 aprile di quest’anno il numero di emigrati maliani, con maggioranza di donne, bambini e giovani, era di 235000 persone; un numero sconcertante, se si pensa alla densità di popolazione delle città maggiormente colpite dagli spostamenti di massa.

In questo scenario, l’appello dell’EPA invita tutti i protagonisti sul campo a dare il loro contributo per la conservazione, l’integrità e la sicurezza dei beni culturali e delle persone in tutte le loro componenti e dimensioni, in particolare nelle zone maggiormente colpite dalla crisi, quali Timbuctù, Gao e Kidal, ed esorta i paesi vicini al senso di responsabilità e solidarietà nei confronti del popolo maliano.

http://www.petitions24.net/sauvons_le_patrimoine_du_mali__save_malis_heritage_eng_bellow

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24 luglio 2012

Tra Senegal e Francia: lo scultore Ousmane Sow eletto membro dell’Accademia delle Belle Arti di Parigi

foto di Anne Lazarevitch

A distanza di quasi trent’anni dall’elezione del poeta-presidente Léopold Senghor all’Accademia delle Belle Arti di Parigi, un altro artista senegalese è stato designato nella sezione dei membri associati stranieri.

Si tratta del grande scultore senegalese Ousmane Sow, riconosciuto come uno dei massimi artisti contemporanei africani.
Sow nel 1957 si trasferì in Francia dove si diplomò prima come infermiere e poi come fisioterapista, mestieri che svolse per tanti anni presso l’ospedale Laennac di Parigi e che ebbero delle ripercussioni sulle sue sculture, spesso ritraenti il corpo umano. Durante tutto questo periodo, Sow portò avanti il suo lavoro artistico come autodidatta, consacrando molto del suo tempo a perfezionare la tecnica artistica e a fare ricerche sui materiali.
Le sculture di Ousmane Sow sono prodotte con una tecnica particolare di sua invenzione. Su un’armatura di metallo, paglia, tela di iuta e altri materiali, modella il suo soggetto con una pasta creata da lui e composta di terra e minerali mescolati e macerati insieme ad altri prodotti.

Continuò a lavorare come fisioterapista tra il Senegal e la Francia, e nel 1984 decise di tornare in Senegal per aprirvi uno studio privato di fisioterapia che abbandonò in seguito, all’età di cinquant’anni, per consacrarsi interamente alla scultura, in una continua ricerca sulla figura umana. Le sue prime serie di sculture sono ispirate ai popoli dell’Africa.

Nel 1987, espose per la prima volta la sua serie Les Noubas presso il Centro culturale francese di Dakar, ispiratagli qualche anno prima dalla scoperta delle foto di Leni Riefenstahl, regista e fotografa che collaborò strettamente con il regime nazista.

Tra le altre serie realizzate dallo scultore senegalese, si distingue quella consacrata al popolo Masai dall’omonimo titolo, la serie Peuls, dedicata alla rappresentazione di scene familiari quotidiane e rituali della popolazione nomade Peul e, non ultima, la serie che descrive narrativamente la battaglia di Little Big Horn.

Le opere di Sow hanno avuto grandissimo successo in tutta Europa, tanto da essere state esposte nel 1995 alla Dokumenta di Kassel e a Palazzo Grassi per il centenario della biennale di Venezia. Nel 1999, la sua retrospettiva sul Pont des arts di Parigi, fu visitata da tre milioni di persone. La mostra può essere visionata su questo blog   http://www.lapanse.com/Sow/ousmane_sow_paris_1999.html

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18 luglio 2012

Oggi Nelson Mandela compie 94 anni. Auguri Presidente!

Un interessante articolo del giornale sudafricano Mail & Guardian riporta le polemiche relative allo “sfruttamento” dell’immagine di Mandela da parte del suo partito, L’African National Congress (ANC), per legittimarsi politicamente. L’articolo riporta anche le opinioni di Ebrahim Fakir, manager presso l’Electoral Institute for the Sustainability of Democracy in Africa, che fa notare come l’immagine di Mandela sia sfruttata anche dal punto di vista commerciale, come quella di Che Guevara e Steve Biko. Lo stesso Mandela ha concesso questo tipo di utilizzo commerciale per finanziare progetti umanitari, ma in tanti altri casi la sua immagine è “venduta” a fini puramente commerciali.

http://mg.co.za/article/2012-07-17-mandela-an-aging-icon

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10 luglio 2012

Nuove segnalazioni per il Badilisha Poetry X-Change

Anche quest’anno, la piattaforma Badilisha Poetry X-Change accetta segnalazioni di autori entro il prossimo 20 luglio, con l’obiettivo di diffondere la poesia africana e della sua Diaspora.

Lanciata per la prima volta a Città del Capo nel 2008 dall’organizzazione non profit Africa Centre, nell’ambito dell’omonimo progetto, la piattaforma intende dare risonanza alle voci della cultura africana e della sua Diaspora, attraverso l’archiviazione dei lavori di aspiranti poeti e artisti già affermati, al fine di rimpatriare molte delle produzioni e collezioni panafricane collocate e presentate in giro per il mondo.

Con l’obiettivo di innovare, sfidare e trascendere la realtà geografica, per disegnare nuove e più ampie esperienze, l’organizzazione Africa Centre fornisce uno spazio dedicato alla creazione e alla celebrazione dell’espressione culturale africana, mettendo a disposizione una piattaforma digitale in continua evoluzione.

Le radici di questo progetto vengono fatte risalire a ragioni storiche, politiche ed economiche, che hanno limitato l’accesso degli africani al loro patrimonio culturale e al mondo dei professionisti contemporanei, determinando ostacoli per la crescita di poeti e autori, per la loro autostima e senso di appartenenza.

Ad oggi la piattaforma è in contatto con più di 160 poeti in rappresentanza di 19 paesi. Un numero che aumenta costantemente e che si vorrebbe ulteriormente incrementare attraverso la partecipazione di tutti coloro che sono interessati ad identificare i poeti, comunicando ai gestori della piattaforma il paese e la comunità di appartenenza degli artisti individuati e contribuendo alla registrazione dei loro lavori tramite il servizio logistico offerto da Badilisha Poetry X-Change.

Chiunque fosse interessato a collaborare per registrare il poeta individuato nella propria comunità, può inviare una mail all’indirizzo lindak@africacentre.net

Nel sito si possono leggere poesie, biografie di artisti e, nella sezione radio, ascoltare letture di poesie da parte degli autori stessi. Il nome del sito deriva dall’espressione swahili “Badilisha”, che significa cambiare, scambiare o trasformare.

http://badilishapoetry.com/

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05 luglio 2012

Petizione a sostegno degli artisti tunisini

L’esposizione di arte contemporanea tunisina Printemps des Arts, organizzata a La Marsa (Cartagine) dall’1 al 10 giugno ha provocato l’ira di gruppi salafiti e giovani violenti che hanno danneggiato alcune opere e costretto le autorità a imporre il coprifuoco e i galleristi a ritirare le opere.

Alcuni giovani integralisti hanno giudicato blasfemo il contenuto delle opere esposte e hanno fatto irruzione nel palazzo Abdellia danneggiando alcune opere, in particolare l’istallazione Le Ring dell’artista Faten Gaddes, costituita da un ring su cui erano appesi punching balls raffiguranti volti di donne. Alcune tele sono state lacerate, e nei giorni seguenti altri attacchi sono avvenuti contro l’Istituto Superiore di Belle Arti e le sedi di partiti laici e sindacati. In questa galleria di Le Monde sono pubblicate le foto dei danni provocati. http://www.lemonde.fr/international/portfolio/2012/06/14/exposition-le-printemps-des-arts-2012-a-la-marsa-en-tunisie_1718066_3210.html

Il direttore della manifestazione, l’artista italiano Paolo Perrelli ha denunciato la natura politica dell’attacco “Una politica di non definita natura e intenzione, caduta purtroppo talmente in basso da utilizzare il braccio violento dei fondamentalisti religiosi per dimostrare che chi possiede un’autodeterminazione critica nei confronti dell’ oscurantismo religioso, può produrre una minaccia per il mondo islamico, quindi va ucciso”.

Diversi artisti tunisini si sono riuniti a Parigi per protestare contro questa accusa di essere miscredenti e soprattutto per lamentarsi del fatto di non essere stati protetti dalle autorità tunisine. Su vari siti sono apparse vignette e scritte satiriche (raccolte in questo articolo http://fr.globalvoicesonline.org/2012/06/21/113770/). E’ stato criticato soprattutto il Ministro della Cultura Mehdi Mabrouk che non ha difeso la manifestazione ma l’ha fatta chiudere, giustificando di fatto le violenze affermando che l’arte contemporanea non deve “attaccare i simboli religiosi”.

E’ possibile firmare un appello a difesa della libertà artistica promosso dal Collettivo tunisino per l’arte, la cultura e le libertà qui.

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02 luglio 2012

Il IV premio ARCA per la Difesa dell’Arte

L’associazione ARCA (Association for Research into Crimes against Art) ha da poco annunciato l’ultimo vincitore del quarto premio annuale alla carriera per la Difesa dell’Arte 2012.

Con l’alto riconoscimento per l’impegno nella salvaguardia del patrimonio culturale del Kenya e di altri paesi africani, il keniano George H. O. Abungu è stato premiato durante la Conferenza interdisciplinare sul patrimonio culturale collettivo, svoltasi ad Amelia tra il 23 e il 24 giugno.

Abungu, che dal 1999 è Presidente del Comitato Permanente Internazionale sul traffico delle Antichità illegali e che, tra il 1999 e il 2002, è stato Direttore Generale dei Musei nazionali del Kenya, ha realizzato oltre 60 pubblicazioni nelle discipline di archeologia, gestione del patrimonio, museologia, cultura e sviluppo, sostenendo il ruolo, il rispetto e la protezione delle arti come studioso, esperto museale e amministratore.

Nel corso della sua carriera, Abungu è stato consulente per il progetto Aluka della Fondazione Mellon, del Global Heritage Fund, ed è Vice Presidente dell’International Council of Museums (ICOM). E’ stato un membro della Giuria Internazionale del Premio Internazionale UNESCO “Melina Mecouri” per la Salvaguardia e Gestione dei Paesaggi Culturali e, tra gli altri, Membro del Consiglio TARA per l’Arte Rupestre Africana. Si è seduto al World Monuments Watch panel ed è stato Rappresentante del Kenya al Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, e Vice-Presidente dell’Ufficio di Presidenza (2004-2009).

Per il quarto anno consecutivo, l’organizzazione di beneficenza ARCA ha confermato il suo impegno nella promozione della ricerca sulla criminalità nell’arte e nella protezione del patrimonio culturale, grazie all’approccio interdisciplinare che coniuga il sapere archeologico e storico dell’arte con quello giuridico, criminologico e ambientalista.

Sul patrimonio e i musei in Africa, Africa e Mediterraneo ha pubblicato due numeri della rivista.

http://www.africaemediterraneo.it/rivista/sommari_08.shtm#Turismoepatrimonio

http://www.africaemediterraneo.it/rivista/sommari_07.shtm#Musei_africa

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