30 ottobre 2015
La presentazione del Dossier Statistico Immigrazione a Bologna
L’Italia nel 2014: un paese di immigrazione ma anche di emigrazione. Se sono 5.014.000 gli stranieri residenti in Italia, sono 4.637.000 gli italiani che sono emigrati e, nel 2014, gli italiani all’estero sono aumentati più degli stranieri residenti in Italia (+155mila gli emigrati e +92mila gli immigrati).
Ecco uno dei dati proposti dal Dossier Statistico Immigrazione 2015, realizzato da Idos in collaborazione con la rivista Confronti e l’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali e presentato ieri mattina nella sede della Città Metropolitana di Bologna.
Come ogni anno questo prezioso strumento, di cui Africa e Mediterraneo è focal point regionale, offre al pubblico tutti i dati disponibili sul fenomeno dell’immigrazione in Italia, relazionandoli nel piano nazionale e in quello degli ambiti regionali e locali, con approfondimenti sui vari aspetti del fenomeno.
Il redattore del dossier Andrea Stuppini ha presentato i dati di quest’anno, cominciando dall’affermazione che, se in Italia l’immigrazione ha rallentato la crescita, è però aumentato il numero di cittadini con passato migratorio: sono quasi 130mila i casi di acquisizione di cittadinanza in Italia, circa 1 milione nell’UE.
La crisi ha determinato in Italia il mancato rinnovo di 155mila permessi di soggiorno ma non ha frenato la tendenza all’insediamento stabile: quasi 6 cittadini non comunitari su 10 sono titolari di permesso di soggiorno a tempo indeterminato. Inoltre, i minori e le donne hanno accentuato la loro incidenza (pari, rispettivamente, al 22% e al 53%), a conferma del carattere familiare assunto dalla presenza immigrata. Le comunità più numerose sono i Rumeni (1.130.000), seguiti dagli Albanesi (490.000) e dai Marocchini (450.000), seguono Cina, Ucraina e Filippine. Per quanto riguarda la religione, gli immigrati sono per lo più cristiani (53,8%), in maggioranza ortodossi, mentre i musulmani sono il 32,2%, e le comunità religiose, come ha sottolineato Alessia Passarelli del Centro studi Confronti, presente all’incontro, sono spesso i luoghi in cui si sperimenta al meglio la coesistenza interculturale tra fedeli di varia nazionalità.
Nel 2014 i migranti forzati (rifugiati, richiedenti asilo e sfollati) sono aumentati in misura notevole in Italia, ma meno che a livello mondiale: 8 milioni in più rispetto all’anno scorso, portando la cifra totale calcolata dall’UNHCR a quasi 60 milioni. E anche i richiedenti asilo, che in Italia sono stati 65mila, nel mondo sono stati 1,8 milioni e nell’UE 628mila.
Nelle scuole (a.s. 2014/2015) gli studenti italiani continuano a diminuire (-0,6% nell’ultimo anno), mentre quelli stranieri sono cresciuti ulteriormente (+1,4%) e incidono per quasi un decimo sugli iscritti (9,2%).
L’aumentato numero dei nuovi arrivi ha incrementato le spese per l’accoglienza, ma nonostante ciò gli introiti per le casse pubbliche legati all’immigrazione stabile assicurano un bilancio positivo, tra entrate e uscite, di 3,1 miliardi di euro.
L’età media degli immigrati, notevolmente più bassa rispetto a quella degli italiani (31 anni rispetto a 44 anni all’ultimo censimento), aiuta a capire la scarsa incidenza degli immigrati non comunitari sulle prestazioni pensionistiche (0,2%) e su quelle assistenziali (1,4%).
Valerio Vanelli dell’Istituto Cattaneo ha presentato i dati relativi alla Città Metropolitana di Bologna, dove gli stranieri residenti al 1° gennaio 2015 erano 116.034, pari all’11,5% della popolazione residente. Metà degli stranieri (57.979) risiede nel comune capoluogo, che si pone così al 2° posto per percentuale di stranieri (15%), mentre è al primo posto Crevalcore con il 15,4% seguito al terzo posto da Vergato (14,6%).
Negli anni 2000 sono gli immigrati che hanno contribuito maggiormente all’incremento della popolazione provinciale, perché, se i residenti italiani sono aumentati dello 0,9%, gli stranieri sono aumentati del 255,6%.
I Rumeni si confermano il gruppo più numeroso con quasi 23.000 residenti, al secondo posto si collocano i Marocchini e al terzo gli Albanesi, seguiti da Moldavi e Pakistani. Sono prevalenti le donne, che se nel 1993 erano poco più di un terzo degli stranieri, nel 2015 sono diventate il 54,4% del totale. I minori incidono notevolmente, essendo oltre 25.000, pari al 16,3% dei minori residenti.
Al 1° gennaio 2015 sono 7254 le imprese attive intitolate a cittadini stranieri, + 3,7% rispetto all’anno precedente. Prevalgono quelle del settore delle costruzioni (34,1%), seguono poi il commercio al dettaglio e all’ingrosso, e quelle di alloggio e ristorazione.
La progressiva caratterizzazione di stabilità del fenomeno migratorio si riflette nell’incremento dei permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, che per il territorio bolognese riguarda oltre 49.000 extracomunitari (+8,8% nell’ultimo anno). Un dato importante perché è sulla stabilità che possono essere costruiti i percorsi di integrazione più proficui, non solo per gli stranieri, ma anche per le comunità di accoglienza.
Infine, riportando il discorso su un piano nazionale e internazionale, non dimentichiamo che, in assenza di efficaci politiche di aiuto allo sviluppo, l’immigrazione diventa fondamentale per lo sviluppo dei paesi di origine, come sottolineano diversi studi e rapporti di organizzazioni come OIM e UNFPA. Le rimesse degli immigrati sono il sostegno più efficace ai paesi di origine: 436 miliardi di dollari inviati ai paesi in via di sviluppo a livello mondiale e 5,3 miliardi di euro inviati dall’Italia.
Parole chiave : Alessia Passarelli, Andrea Stuppini, bilancio economico dell'immigrazione, Città Metropolitana di Bologna, Confronti, Crevalcore, Dossier statistico immigrazione, Idos, imprese straniere, migranti forzati, musulmani, ortodossi, permesso di soggiorno, richiedenti asilo, Rifugiati, Valerio Vanelli, Vergato
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14 ottobre 2015
The Creative Memory of the Syrian Revolution
Le notizie che arrivano dalla Siria sui nostri giornali parlano di distruzione e di esilio. Esiste però un’altra realtà in Siria, fatta di persone della società civile, attivisti e artisti che continuano a resistere, nonostante tutto. E’ di questa Siria che ci parla la piattaforma The Creative Memory of the Syrian Revolution – la memoria creativa della rivoluzione siriana, attraverso variatissime forme di espressione artistica come il fumetto, i murales, le vignette, la musica, la fotografia, la scultura e tante altre ancora.
Il sito propone contenuti in arabo, inglese e francese, in modo da poter raggiungere un ampio pubblico anche nei Paesi europei. Una mappa integrata al sito permette di collocare i contenuti grazie ad un sistema di tag geografici, che consente di dare una fotografia della situazione in Siria.
La piattaforma risponde al bisogno urgente di documentare la realtà siriana, ma ha anche l’obiettivo di archiviare la creazione straordinariamente prolifica degli artisti e intellettuali siriani che continuano a far esistere il movimento rivoluzionario. Mentre arrivano costantemente notizie di distruzione che minacciano il patrimonio storico e culturale siriano, i Siriani continuano a rinnovare il patrimonio culturale virtuale che prova che non sono ancora sconfitti.
La piattaforma dispone anche di una pagina Facebook et di un profilo Twitter. Da seguire e condividere!
Parole chiave : Arte, rivoluzione, Siria
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01 ottobre 2015
E’ iniziato il SUQ delle culture a Milano!
Arriva per la prima volta a Milano il SUQ delle culture, un’iniziativa nata a Genova nel 1999 che comprende percorsi creativi e workshop – dedicati a Recitare, Cucinare, Abitare, Cucire, Disegnare e Suonare il Dialogo – e un grande bazar delle culture che si pone come vetrina dei temi dell’integrazione attraverso il teatro, la musica, l’arte, la cucina e l’artigianato.
Da domenica 27 settembre a domenica 4 ottobre 2015, il SUQ delle Culture, promosso dalla Fabbrica del Dialogo, regala alla città otto giorni di teatro, musica, danza, laboratori, concerti, spettacoli e incontri su ambiente e mondialità in una teatrale scenografia che ospita differenti cucine e spazi espositivi con artigianato e prodotti da tutto il mondo.
Seguendo un ricco e colorato palinsesto, ogni giorno è possibile partecipare a laboratori artigianali, approfondire le buone pratiche su temi eco-sostenibili, seguire workshop e dimostrazioni legate al cibo e alla sua storia.
Ma soprattutto al Suq delle Culture è possibile conoscere tradizioni ed esperienze diverse dalle proprie immersi nell’atmosfera conviviale del teatro-mercato, camminando, mangiando e acquistando prodotti artigianali unici tra gli stand del grande bazar, da sempre simbolo di incontri e scambi tra genti e culture, tradizioni e merci.
Il programma completo del festival è disponibile sul sito della Fabbrica del Dialogo.