25 febbraio 2015

L’abito non fa il monaco. E la barba non fa l’Imam

via Combo Facebook page

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Combo è un artista di strada, di padre cristiano libanese e madre musulmana marocchina, che “remixa” cultura combinando scritte e immagini. Ha iniziato esponendo per le strade di Parigi stampe del simbolo Coexist formato da una croce cristiana, la mezzaluna araba e la stella di David; il tutto corredato dall’immagine di se stesso vestito in abiti musulmani. L’esperimento sembra essersi concluso male. Il giovane artista ha scritto sulla sua pagina FB di essere stato picchiato e minacciato di ulteriori ripercussioni nel caso intenda continuare a esporre i suoi lavori.

Combo è un provocatore che nel corso di un soggiorno a Bayreuth (città della Baviera settentrionale), si è fatto crescere la barba e ha iniziato a indossare il tradizionale abito musulmano, non perché colto dal sacro fuoco della fede, ma per mettere in discussione i codici prestabiliti. Il suo ultimo lavoro comprende immagini di se stesso nei dintorni di Parigi con indosso l’abito musulmano e i commenti in vernice spray: “Lo sapevate che i musulmani concludono le loro preghiere con la parola ‘amen’ come i cristiani e gli ebrei?”, “Ci sono 50.000 soldati musulmani in Francia”, “L’abito non fa il monaco. E la barba non fa l’imam” e “Lo sapevate che il velo non è un obbligo religioso?”.

Riguardo all’identità dei suoi aggressori l’artista ha rilasciato un unico commento sulla sua pagina Facebook: “Vorrei rimanere vago sulla descrizione dei vigliacchi e il luogo esatto in cui è avvenuta l’aggressione perché per me non importa da dove vengono, il colore della loro pelle, la loro fede religiosa o le loro idee politiche. In questo frangente hanno rappresentato solamente la stupidità e l’ignoranza.”

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09 febbraio 2015

Le matite non stanno ferme

Foto di Cartooning for Peace

Foto di Cartooning for Peace

L’Institut français e Cartooning for Peace hanno collaborato alla circolazione nel bacino del Mediterraneo e nell’Europa del sud della mostra Cartooning for Peace e hanno organizzato alcuni incontri aperti al pubblico con i fumettisti in presenza di Plantu, famosissimo vignettista di Le Monde. Il prossimo appuntamento è a Gerusalemme il 12 febbraio.

Nato nel 2006 da un incontro a New York tra Plantu e l’allora segretario generale dell’ONU Kofi Annan (Premio Nobel per la Pace nel 2001), Cartooning for Peace è un’associazione che difende la libertà di espressione dei fumettisti di tutto il mondo e ad oggi raggruppa più di 130 artisti. Attraverso numerosi dibattiti e mostre di fumetti, Cartooning for Peace mira a sensibilizzare il pubblico dei giovani a temi quali: la censura e la libertà di espressione, la tolleranza religiosa, i diritti universali dell’uomo, il rispetto dell’ambiente e la situazione in Medio Oriente.

Gli incontri con i professionisti della matita di tutte le nazionalità promuovono un ricco scambio di opinioni e favoriscono il riconoscimento del lavoro giornalistico dei fumettisti. Una delle punte di diamante del movimento “Cartooning for Peace” è il suo coinvolgimento in Medio Oriente.

 

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