30 settembre 2011

The Arterial Network/DOEN Foundation Mobile Phone Film Competition

The Arterial Network e la DOEN Fundation, organizzano la “Arterial Network/DOEN Foundation Mobile Phone Film Competition”, una competizione per la selezione di una serie di cortometraggi girati con i telefoni cellulari.

La competizione è rivolta ad africani residenti in Africa e conferisce la possibilità a chiunque abbia un telefono cellulare di diventare regista per un giorno, raccontando una storia originale attraverso il proprio telefono cellulare. Il film sarà valutato da una commissione di esperti in diversi ambiti e il pubblico parteciperà attraverso la modalità di voto on-line.

Il Festival mette a disposizione quattro premi monetari per i vincitori: il primo premio prevede un ammontare di 1000 euro: il secondo premio di 500 euro; il terzo di 250 euro e un “Audience Choice Award” di 150 Euro.

Per ulteriori informazioni rimandiamo al sito www.arterialnetwork.org

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/the-arterial-networkdoen/trackback/

27 settembre 2011

Rachid Koraïchi: vincitore del Jameel Prize 2011

Il Jameel Prize è il premio per l’arte e il design internazionale del valore di 25.000 sterline, assegnato a un artista contemporaneo che si ispira alla tradizione e al design dell’artigianato islamico. Quest’anno, tra i dieci artisti e designer selezionati, la mostra presenta le opere vincitrici dell’artista algerino Rachid Koraïchi.

Rachid Koraïchi ha vinto il Premio Jameel grazie al suo originale lavoro intitolato Les Maitres invisibles, che consiste  in un pannello di stoffa ricamato, con incisi simboli e cifre arabe.

Il lavoro di Koraichi si combina appieno con gli obiettivi del Premio Jameel, in cui convivono sia  qualità e innovazione nella progettazione che profondo rispetto dell’arte tradizionale.

La giuria incaricata di eleggere il vincitore, ha premiato la capacità di Koraichi di rendere accessibile e comprensibile a tutti la complessa tradizione spirituale e intellettuale araba, attraverso il linguaggio grafico contemporaneo.

Koraichi ha utilizzato la calligrafia araba unitamente ad un insieme di simboli caratteristici di una serie di altre lingue e culture, per esplorare la vita e le eredità di quattordici grandi pensatori dell’Islam. Il lavoro mira a dimostrare che il mondo islamico, in contrasto con la contemporanea percezione di violenza e durezza che spesso a questo è associata, ha un altro lato, pienamente evidente negli scritti di questi pensatori musulmani e di alcuni importanti poeti come Rumi e Ibnul Arabi, che mostrano al contrario la raffinatezza e la tolleranza dell’ideologia islamica.

Lo stesso Koraichi ha affermato che la sua vittoria, accolta con grande sorpresa e piacere, rappresenta più in generale l’immenso talento e la creatività degli artisti del mondo arabo contemporaneo, all’insegna dei valori della tolleranza e del patrimonio artistico culturale tradizionale.

Per maggiori informazioni: www.vam.ac.uk

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/rachid-koraichi/trackback/

26 settembre 2011

La morte di Wangari Maathai: una donna e i semi dell’utopia

Qualcuno dice di aver messo fuori la bandiera della pace, qualcun altro che pianterà degli alberi in suo onore, una donna dice di essere diventata più forte grazie al suo esempio, e tanti, quasi tutti, la chiamano “mama”. Infiniti sono i messaggi di cordoglio sulla pagina facebook di Wangari Maathai, e tanti gli “emoticons” o “faccine gialle” con gli occhi tristi o le lacrime postati sui forum di discussione come il kenyano wazua.co.ke.

Docente di veterinaria e ambientalista, Wangari Maathai, kenyana, è stata la prima donna africana ad avere ricevuto il Premio Nobel per la pace. Il 25 settembre, a 71 anni, è morta dopo una lunga battaglia contro il cancro

Nel 2004 aveva ricevuto il riconoscimento del Nobel per il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace. Ma proprio questo impegno le è costato violenze, persecuzioni e persino il carcere.

Continua a leggere »

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/wangari/trackback/

26 settembre 2011

Mostra: La Relazione in Gioco 2

Da domani, 27 settembre, al 4 ottobre sarà possibile visitare, presso “Casa Frabboni” in via Matteotti 137 a San Pietro in Casale, la mostra “La relazione in gioco 2”, un progetto della Società Cooperativa Lai-momo.

L’iniziativa raccoglie i risultati e i prodotti di laboratori creativi interculturali rivolti ai genitori dei bambini di 6 scuole d’infanzia delle province di S. Pietro in Casale, Castello d’Argile, S. Venanzio di Galliera e Pieve di Cento, Distretto Pianura Est della Provincia di Bologna. I laboratori hanno visto la partecipazione di circa 100 genitori e 14 insegnanti e sono stati importanti momenti per la messa in gioco di sé e la costruzione di relazioni tra mamme.

All’interno della mostra, oltre ai prodotti dei laboratori, sarà possibile vedere anche foto rappresentative della loro realizzazione.

Gli orari di apertura della mostra sono dalle 10.00 alle 12.00 tutti i giorni, esclusa la domenica.

Scarica il volantino della mostra

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/relazione/trackback/

23 settembre 2011

Somaliland: scoprire il patrimonio culturale del passato per costruire un futuro. Le scoperte della giovane archeologa somala Mire Sada

in: Cultura

Mire Sada è una giovane archeologa somala, fuggita dal caos della guerra civile all’età di 14 anni e costretta, da quel momento in poi, a vivere in Svezia come rifugiata. Attualmente è titolare di una borsa di studio presso il Dipartimento di Arte e Archeologia della School of Oriental and African Studies di Londra, oltre ad essere capo del Dipartimento di antichità nel territorio secessionista del Somaliland.

La giovane archeologa somala ha aggiunto una nota positiva all’attuale storia del Corno d’Africa, portando alla luce una dozzina di siti di pitture rupestri che potrebbero essere candidati per lo status di Patrimonio mondiale dell’Umanità. Portare alla luce la storia della sua patria è diventato il suo obiettivo principale, ha affermato Mire durante un’intervista rilasciata alla BBC.

Avendo vissuto a Mogadisho parte della sua infanzia, Mire ricorda chiaramente ciò che si prova a vivere in un territorio di guerra, così come il suono della prima bomba ma, nonostante ciò, aspettava con ansia il momento del suo ritorno in patria.

Il patrimonio culturale e le meraviglie archeologiche che Mire Sada e i suoi collaboratori hanno rivelato in questi ultimi anni di grandi scoperte si colmano dunque di rilevanza fortemente simbolica, soprattutto se si pensa alla storia di questo territorio, da sempre saccheggiato delle proprie risorse.

La più sorprendente delle scoperte della giovane archeologa è la vasta serie di pitture rupestri site nel piccolo centro di Dhambalin, con più di 1.000 siti che ancora devono essere inseriti sulla mappa archeologica del Somaliland.

Le pitture rupestri hanno dei colori vivaci e ben conservati nonostante si pensa risalgano a quasi 5.000 anni fa. L’Unesco non ha potuto che rilevare l’importanza che le scoperte di Mire Sada rivestono a livello internazionale ma, nonostante ciò, i siti non diverranno così facilmente patrimonio dell’umanità, per lo meno non a breve. Il Somaliland infatti, è uno stato non ancora riconosciuto dalla comunità internazionale, per questo Mari parla di “patrimonio nomade”, non riconosciuto a causa della grave situazione che ancora imperversa nel paese.

La giovane archeologa non manca di ricordare quanto sia difficile lavorare in un territorio ancora disseminato di bombe, di mine-antiuomo e di serpenti che si aggirano nei territori del sito. Ella però ribadisce con fermezza della necessità di tutelare i siti archeologici appena scoperti, fare in modo che la popolazione sia cosciente del loro valore e soprattutto, che si rimpossessi della propria storia e della propria cultura, che vive anche attraverso queste scoperte. I siti rappresentano un patrimonio di valore nazionale inestimabile, fondamentale anche durante un periodo di così grandi conflitti, soprattutto per il potenziale che da questo può provenire. Come afferma Mari, fare in modo che in questa situazione le persone sentano di possedere qualcosa e di poterla gestire, può rappresentare una grande risorsa anche per il futuro.

Per ulteriori informazioni: http://www.africareview.com

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/somaliland/trackback/

22 settembre 2011

“Les ateliers pARTage (LAP1) : L’art crée du lien”

Africa e Mediterraneo e Lai-momo erano presenti venerdì sera 16 settembre  all’inaugurazione della mostra “Les ateliers pARTage (LAP1) : L’art crée du lien” tenutasi a Watermael-Boitsfort, un quartiere alla periferia di Bruxelles, organizzata dal centro culturale La Vénerie.

Di fronte a una folla di abitanti del posto, gli artisti Blaise Patrix e Michel Gelinne hanno presentato il progetto “Les ateliers pARTage 1”, co-finanziato dalla Commissione Europea, e hanno aperto le porte all’installazione situata al centro della piazza di Watermael-Boitsfort,

La mostra è il frutto del lavoro svolto durante laboratori fotografici tenuti da Michel Gelinne all’interno del quartiere da marzo a giugno 2011. A ogni partecipante (adulti e ragazzi) era stata data una macchina fotografica e ognuno era stato seguito nel percorso di apprendimento dell’arte fotografica in uscite di gruppo mirate ad esplorare e scoprire i luoghi dell’area urbana, un modo originale per riappropriarsi degli spazi abitativi e del mondo circostante.

All’interno di una struttura cubica formata da teli cerati stampati con dettagli delle fotografie realizzate, dall’aspetto di una casa, c’era la proiezione di tutte le fotografie scattate durante i laboratori e un rullo di una tela luminosa sul quale era stampato un collage delle foto.

Una piacevole sensazione era data dall’entrare nell’installazione assieme ai residenti di Watermael-Boitsfort e ascoltare i loro commenti di fronte alle immagini di luoghi da loro conosciuti.

- “Dove si trova quello stabile?”-

- “Ma è l’edificio abbandonato che si trova in quella via.”

- “…ma guarda! Quello è il pollo di gomma che vendo nel mio negozio!”.

L’obiettivo del progetto di creare opere d’arte nelle quali le persone si possono riconoscere è stato centrato in pieno. La visita della mostra faceva immergere lo spettatore nell’atmosfera del quartiere e il contatto con quella porzione di società lo faceva quasi sentire parte di quel mondo. Pur non conoscendo quella specifica realtà il visitatore poteva sentire di condividere un territorio attraverso l’arte.

La mostra è rimasta aperta al pubblico nelle giornate di sabato 17 e domenica 18 settembre.

Il progetto LAP1 prevede in futuro le seguenti mostre che esibiranno i lavori artistici tenuti dagli altri partner del progetto:

- 7 e 8 ottobre a Oulu, Finlandia, organizzata da Kulttuurivoimala – Culture Power Station Ry

- 22 ottobre a Calderara di Reno, Italia, organizzata da Lai-momo soc. coop.

Inoltre a maggio 2012 si terrà un convegno finale del progetto a Bruxelles, nel quale verrà presentato il progetto, la sua realizzazione e i risultati raggiunti.

www.lesatelierspartage.com

www.lavenerie.be

www.kulttuurivoimala.fi

www.laimomo.it

Un altro progetto da menzionare è il Projet Shakespeare, un progetto socio-artistico portato avanti da La Vénerie e presentato in seguito alla presentazione di Les ateliers pARTage all’Espace Delvaux (sede di La Vénerie). È stato proiettato un filmato che raccoglieva momenti di quotidianità ripresi durante laboratori di drammaturgia, teatro, canto, sartoria teatrale, effettuati nel corso del 2010 e 2011 dagli operatori di La Vénerie, indirizzati ai gruppi di cittadini più ai margini della società come anziani, disabili, minoranze etniche. Questi percorsi formativi e soprattutto comunitari si sono poi uniti in un unico spettacolo conclusivo aperto al pubblico.

Paola Martini

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/ateliers/trackback/

20 settembre 2011

Tramedafrica, scene contemporanee dall’africa sub sahariana Milano 17-25 settembre 2011

LES LARMES DU CIEL D’AOUT / LACRIME DEL CIELO D’AGOSTO di Aristide Tarnagda regia Ados Ndombasi con Muguy Kalomba, Loic Bescond, Starlette Mathata, Marithe Mitongo musica Loic Bescond disegno luci Wedou Wetungani produzione WAATO -BALABALA.

È iniziata sabato 17 settembre l’undicesima edizione del festival Tramedautore che da molti anni rappresenta oramai uno degli eventi più importanti del settembre milanese. Questa volta Tramedautore, ribattezzato per questa XI edizione Tramedafrica, si delinea attraverso due grandi momenti storici che hanno segnato l’intenso rapporto tra l’Europa e il Continente Africano: cinquant’anni dopo le indipendenze dei diversi stati e vent’anni dopo la fine dell’Apartheid in Sudafrica.

Il festival, organizzato da Outis, ha dal 2009 come protagonista l’Africa e la sua storia, raccontata attraverso il teatro dall’“Intelligenza africana che vive in Lombardia”, che coglie l’occasione per presentare e raccontare il proprio lavoro al pubblico attraverso la letteratura, la danza e la musica.

Questa nuova edizione del Festival è inoltre coronata da un’importante iniziativa che vede come protagonisti i migranti africani in Italia: Carovana4Africa, attraverso un progetto promosso dall’associazione socio-culturale Sunugal, presenta il concerto di Baba Sissoko, polistrumentista del Mali (domenica 18) accompagnato dagli African Griot; a questo si aggiunge uno spettacolo di danza di Mama Diop, ballerina e coreografa senegalese (sabato 17); incontri tematici; uno spettacolo sul turismo responsabile e altro ancora.

Per maggiori informazioni: http://tramedafrica.outis.it

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/tramedafrica/trackback/

19 settembre 2011

Crossing viewpoints: nuova scadenza per l’Euromed Heritage photo competition

in: Cultura

Il progetto finanziato dall’Ue “Euromed Heritage IV”, ha posticipato la data di scadenza per la partecipazione al concorso “Crossing Viewpoints: Mediterranean cities as spaces of socialisation”; una competizione fotografica alla quale possono partecipare tutti i fotografi appartenenti a uno dei Paesi dell’area del Mediterraneo, nonché i cittadini dei paesi membri dell’Unione europea.

La nuova data di scadenza per la presentazione dei lavori si protrae fino al 15 ottobre 2011. Il concorso ha come obiettivo principale quello di promuovere il patrimonio culturale dell’area Euro- Mediterranea, sensibilizzando l’opinione pubblica e favorendo una maggiore consapevolezza della propria eredità culturale.

Per maggiori informazioni: www.enpi-info.eu

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/crossing-viewpoints/trackback/

15 settembre 2011

Les Ateliers pARTage – Il capolavoro di Blaise Patrix

Gli “Ateliers pARTage” sono la vera opera dell’artista Blaise Patrix. Patrix è un artista francese di lunga esperienza, ha vissuto moltissimi anni in Africa francofona svolgendo la sua attività artistica, e da tempo vive a Bruxelles praticando soprattutto la pittura. Ma il suo capolavoro secondo me sono gli Ateliers pARTage, progetti di arte sociale durante i quali riesce a fare lavorare insieme persone che vivono nella stessa città ma non si sono mai parlate, i bambini di un quartiere che hanno sempre voglia di mettersi in gioco, adulti arrivati da continenti diversi che si ritrovano insieme nell’Europa della migrazione.

Così può capitare che i ragazzi che stazionano nei corridoi della metropolitana di Bruxelles lavorino assieme ai viaggiatori che tante volte passando li hanno guardati con inquietudine, o che gli abitanti di una strada passino diversi pomeriggi a colorare i pannelli che dovranno abbellire un palazzo degradato della loro via.

La sua tela sono i quartieri delle città, i pennelli e colori sono la sua instancabile voglia di dialogare, l’entusiasmo sempre nuovo, e la pazienza con cui tesse relazioni con gli attori sociali del luogo, prima dell’evento in cui si fa la pittura concreta.

Ne nascono coloratissimi pannelli, che poi vengono allestiti sui muri dei luoghi pubblici vissuti dalle persone che li hanno fatti, in modo che siano riconosciuti, apprezzati e di solito mai vandalizzati.

Il lavoro che Blaise ha svolto in questi anni ha finalmente avuto un riconoscimento da parte della Commissione Europea, nel programma Cultura, una fonte di finanziamento caratterizzata da una altissima concorrenza, essendo sempre più “battuta”, non solo dalle associazioni culturali, ma anche da parte delle principali istituzioni culturali europee.

A Bruxelles venerdì sarà inaugurata la prima mostra del progetto europeo “Les Ateliers pARTage” (LAP1).”

Les Ateliers partage (LAP1) : L’art crée du lien”

Bruxelles presso la place Keym, dal 17 al 18 settembre 2011

Vernice: venerdì 16 settembre, ore 18.30

Visite: sabato 17 settembre, ore 10.00 – 18.00

Domenica 18 settembre, ore 9.00 – 19.00

www.lavenerie.be

Dal comunicato stampa: Gli artisti Blaise Patrix, direttore artistico del progetto LAP1, e Michel Gelinne, contribuiranno a valorizzare, attraverso una mostra fotografica, i lavori artistici proposti dagli abitanti di Watermael-Boitsfort.

Durante l’evento sarà possibile ammirare le opere dei diversi artisti che hanno partecipato a originali laboratori creativi, conferendo ampia visibilità agli stessi e dando vita ad un avvenimento inclusivo.

L’evento presentato fa parte del progetto “LES ATELIERS PARTAGE 1 – phase initiation” (LAP1), co-finanziato dal Programma Cultura della Commissione Europea. Lai-momo partecipa al progetto in collaborazione con il Centro Culturale La Vénerie (Belgio), Kultuurivoimala – Cultura Power Station (Finlandia), sotto la guida di SMartBe ASBL (Belgio).

Il progetto LAP 1 promuove la partecipazione e l’integrazione delle arti nel tessuto sociale. L’originalità della metodologia del progetto sta nel coinvolgimento di artisti al fine di creare opere d’arte visuali collettive (video, pittura, fotografia) durante laboratori creativi che prevedono la partecipazione attiva del pubblico, includendo gruppi vulnerabili e minoranze. L’esposizione di queste opere permette quindi di dare visibilità all’impegno e al riconoscimento personale nel processo di crescita di una società coerente, tollerante e inclusiva.

Lo svolgimento del progetto si caratterizza da 3 eventi internazionali tra settembre e novembre 2011, nei quali ogni organizzatore presenta le proprie opere artistiche prodotte. Un forum internazionale organizzato all’Espace Delvaux chiuderà a maggio 2012 il progetto.

Il progetto italiano espone “pitture in circolo” fatte dagli abitanti del centro e della periferia del Comune di Calderara di Reno. Il co-organizzatore finlandese proietta un video realizzato con la partecipazione degli abitanti di Meri Toppila nelle vicinanze di Oulu sulla facciata di un monumento. Il co-organizzatore belga presenta un’installazione basata su fotografie della sua città scattate da abitanti delle diverse aree (Watermael Boisfort).

INVITATION_LAP1_16septembre

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/les-ateliers-partage-il-capolavoro-di-blaise-patrix/trackback/

12 settembre 2011

Non so perché sono stata creata: la vita e l’arte di Dada, artista del deserto del Kalahari in Botswana

Dada, pseudonimo di Coex ae Qgam, è stata una grande artista Naro, pittrice, narratrice e ballerina africana, prima donna del Botswana a rappresentare la sua gente e il suo paese nel mondo. La sua arte ha celebrato la tradizione e i valori culturali del Kalahari attraverso un linguaggio visivo potente ed espressivo, dando voce alle comunità del deserto e alle donne artiste marginalizzate.

Il volume “I don’t know why I was created”, edito da Eggsson Books, casa editrice botswaniana, racconta la vita di questa artista attraverso una serie di interviste che le autrici, Ann Gollifer e Jenny Egner, hanno posto a Dada dal 2002 fino al 2008, anno della sua scomparsa. Non si tratta però solamente di un’autobiografia o di un libro-tributo, dal momento che rappresenta anche il primo tentativo nella storia dell’arte di questo paese africano di produrre un catalogo completo delle opere di un artista. Nell’opera sono infatti catalogate tutte le stampe, le mostre e la maggior parte dei dipinti di Dada.

La catalogazione rappresenta spesso per gli artisti contemporanei africani un punto debole, che porta inconvenienti dopo la loro scomparsa, con l’emergere di falsi e incerte attribuzioni. Il tutto alimentato da ambigui mercanti e sedicenti critici d’arte che approfittano della mancanza di un catalogo ufficiale e di galleristi professionali per mettere in circolo copie o falsi. Sono quindi quanto mai meritevoli per una corretta promozione degli artisti iniziative come questa di Gollifer e Egner.

Immagini tratte da "I Don’t Know Why I Was Created. Dada - Coex Ae Qgam" di Ann Gollifer e Jenny Egner, Eggsson Books, Gaborone, Botswana, 2011

Il libro sarà presentato il 24 settembre 2011 a Gaborone, Botswana

Per maggiori informazioni http://www.anngollifer.com/current_projects.html

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/dada_botswana/trackback/