26 agosto 2009
Che cos’è il razzismo?
E’ facile oggi sentire una persona non particolarmente preparata culturalmente affermare: “Ah, io sono razzista! Quei negri non li posso sopportare!” Oppure una persona colta e di sinistra sostenere, di fronte a una persona che afferma che gli stanno antipatici i dirimpettai neri: “Quelli sono razzisti!”. In realtà il razzismo è tutt’altra cosa.
Nel bel libro di Matteo Motterlini, Trappole mentali, Rizzoli, Milano, 2008, c’è un capitolo intitolato “Stereotipi fuori controllo”, nel quale si descrivono alcuni esperimenti molto interessanti.
In particolare, Correll, dell’università del Colorado, ha messo a punto un videogioco nel quale bisognava immedesimarsi in un poliziotto con la pistola in mano e sparare se chi ti stava di fronte estraeva a sua volta una pistola. Molti fra gli studenti bianchi sbagliavano e ammazzavano gente che estraeva un accendino o il portafoglio. E va bene. Ma la cosa tragica è che il numero di sbagli contro avventori dalla pelle nera era il doppio di quelli commessi su bianchi! In realtà tutti noi abbiamo un’istintiva diffidenza verso coloro che non appartengono al nostro gruppo e tendiamo a considerarli tutti uguali. Le conferme sperimentali di queste disposizioni sono efficacemente descritte da Motterlini.
Che cos’è allora il razzismo?. E’ una tesi sostenuta con cognizione di causa che associa un particolare gruppo a una caratteristica negativa. Se dicessi “Gli albanesi sono moralmente inferiori agli italiani” starei dicendo qualcosa che non solo è falso, ma è anche una forma di razzismo. Se invece affermo che l’attuale crisi economica in Italia è colpa di tutti gli stranieri che sono entrati, starei dicendo qualcosa di palesemente falso, ma non certo razzista.
Se infine dicessi che non voglio vedere nel mio quartiere dei marocchini starei semplicemente esprimendo un mio sentimento molto antipatico, ma non sarei razzista.
Credo che bisogna stare attenti a tenere sempre ben presenti queste distinzioni.