E’ uscito il nuovo numero di Africa e Mediterraneo con un dossier interamente dedicato al Bénin. Ilvudù e l’eredità dello schiavismo sono due elementi storico-culturali di grande impatto per l’immaginario occidentale e per la diaspora africana che il Bénin, da qualche tempo, sta valorizzando e salvaguardando per un rilancio turistico del paese.
Il legame tra turismo e patrimonio era già stato affrontato nel numero precedente, partendo dalla considerazione che la costruzione del “patrimonio” (artistico, paesaggistico, umano) è centrale all’interno del pensiero critico contemporaneo degli studi culturali.
Questo secondo dossier analizza il caso specifico del Bénin, un paese che si autodefinisce “culla del vudù” e il cui Ministero del Turismo scrive in epigrafe al proprio sito “Bénin, terre de mystere”, mostrando in questo modo di voler concentrare i propri interventi soprattutto a vantaggio delle risorse culturali.
Pubblichiamo di seguito il Pdf dell’introduzione, che potete leggere o scaricare.
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Bravi, articolo veramente interessante, fatto bene e disincantato.
Brevemente vorrei aggiungere solo due cose:
il valore che può avere in questo contesto lo sviluppo di un turismo responsabile, vedi per esempio il nostro tentativo (La Maison de la Joie a Ouidah), che va avanti da almeno 4 anni. Esperienza, la nostra, che cerca di sviluppare un minore impatto ecologico, culturale da una parte e un alto valore esperienziale ed un coinvolgimento emotivo notevole dall’altra. Basti pensare che almeno un quinto delle persone ospitate, poi ritornano e si mettono in gioco “nella terra del mistero”, in progetti di solidarietà e culturali.
L’altra cosa da aggiungere i pessimi rapporti fra il potere politico (sindaco di Ouidah) e la gerarchia religiosa vodun (Dang bo auttuale), che ha portato nei primi mesi dell’anno a scontri e disordini nella nostra piccola cittadina.
Grazie