27 settembre 2016
Africalia. Cultura e sviluppo sostenibile.
Il 15 e il 16 Giugno al Tour&Taxis nella capitale belga l’associazione Africalia è stata tra i protagonisti delle Giornate europee dello sviluppo (European Development Days), il più importante forum europeo sulla cooperazione internazionale e allo sviluppo. Il video Africalia at the European Development Days (EDD16), pubblicato in data 20 Settembre 2016 dalla stessa associazione, inizia con una frase significativa: «Culture, where art thou?». In questo appuntamento internazionale che si tiene ormai dal 2006, infatti, la cultura ha svolto un ruolo importante offrendo un programma di ampio respiro: da mostre, spettacoli, installazioni alla presenza di attività culturali e di industrie creative in un’ottica di responsabilizzazione e di partecipazione degli individui e gruppi alla vita artistica e culturale africana. Si è creato uno spazio piuttosto ricco e fertile con l’obiettivo di risaltare le diversità culturali, mettendo in evidenza la rilevanza strategica della cultura come motore della crescita e di un progresso non soltanto economico e tecnologico, ma anche sociale e umano. Si è posta l’attenzione sull’urgenza di una cultura dell’innovazione, e quindi, di un’etica della condivisione e dell’inclusione che costruiscano un nuovo tessuto sociale internazionale.
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Change will not come if we wait for some other
person or some other time.
We are the ones we’ve been waiting for.
We are the change that we seek.
(Barak Obama, 44th President of the United States)
Sabato 24 settembre a Washington ci sarà la cerimonia di apertura del National Museum of African American History and Culture e sarà presente il presidente Barak Obama. Costruito lungo il National Mall, il viale monumentale dove in un giorno del 1963 si affollarono duecentomila persone per ascoltare Martin Luther King nel celebre discorso “I have a dream”, il museo è un’imponente struttura che si erge su cinque piani, di cui tre interrati. La storia e la cultura afroamericane sono raccontate cronologicamente tramite l’esposizione di oggetti storici: alcuni sono emotivamente forti, ad esempio nei piani sotterranei si trova un collare da schiavo di dimensioni talmente piccole da essere utilizzato da un bambino. Il racconto parte, dunque, dalla lunga e dolorosa epoca della schiavitù dall’Africa alle piantagioni di cotone e di tabacco nel “nuovo mondo”; si prosegue con la stagione delle lotte contro la segregazione razziale considerando il 1968 come anno di svolta. Ai piani superiori sono esposti oggetti di culto di alcuni personaggi pubblici che sono diventati simboli di riscatto, ad esempio il cappello di Michael Jackson o la Cadillac rosso ciliegia di Chuck Berry. L’esposizione prosegue il suo racconto fino alla rivoluzionaria presidenza di Barack Obama e ai recenti movimenti di protesta contro la violenza sui neri.
La creazione di un museo, che scava nelle fondamenta della storia americana, è stata una scelta di grande importanza, che vuole mostrare le verità sulle discriminazioni pratiche e culturali degli afroamericani nel passato e nel presente. Si è cercato, infatti, un difficile equilibrio tra un pezzo di storia degli Stati Uniti che è stata persecutoria e l’incompleta storia dell’integrazione. È un museo, dunque, come dichiara lo stesso Barack Obama, diverso dagli altri perché mette a nudo le sofferenze di una singola comunità, quella afroamericana, in un lungo percorso verso l’uguaglianza razziale, il cambiamento sociale e l’affermazione dei diritti civili.
Per maggiori informazioni sul museo e sugli eventi:
https://nmaahc.si.edu/
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23 giugno 2016
Accoglienza, una scelta positiva
Lunedì 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, è stato lanciato il video di animazione realizzato da Bologna cares!, la campagna di comunicazione del Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) del Comune di Bologna.
L’accoglienza dei richiedenti asilo come attività necessaria e ordinaria dello scenario sociale di oggi e del futuro: questo il tema della campagna Bologna cares! 2016.
Ѐ su quest’idea che si fonda il video di animazione della campagna, realizzato dallo studio Bloomik: un sistema di accoglienza strutturato ha ricadute positive e costruttive su tutto il tessuto sociale, mentre, al contrario, la “mancanza di accoglienza” produce povertà ed esclusione. Scegliere l’accoglienza quindi significa favorire la costruzione di un sistema che produce relazioni, integrazione e crescita. Il video è stato proiettato il 20 giugno in Piazza Maggiore nell’ambito della rassegna “Sotto le Stelle del Cinema” diretta dalla Cineteca di Bologna, ed è stato molto apprezzato dal pubblico.
Parole chiave : #bolognacares, accoglienza, Bologna, Protezion internazionale, SPRAR
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09 settembre 2015
L’Africa delle città | Urban Africa
Ottobre in Italia sarà il mese dell’Africa! Oltre alle iniziative riunite dal festival Ottobre Africano in varie città italiane, i 16 e 17 ottobre il Centro Piemontese di Studi Africani (CSA) e l’Associazione per gli Studi Africani in Italia (ASAI) propongono due giornate di convegno sul tema dell’Africa delle città, nei pressi del rettorato di Torino.
Grazie a un’organizzazione in sessioni parallele, il convegno affronta la problematica in maniera trasversale, riflettendo sulle città africane attraverso quattro angoli di attacco: governance e informalità urbana, città e sicurezza alimentare, governare la città fra formale e informale, arte e cinema nei contesti urbani. Relatori internazionali approfondiranno le tematiche con interventi in inglese o in italiano. E’ prevista inoltre una visita del museo Egizio il venerdì sera.
Il programma provvisorio dell’evento è disponibile qui con i dettagli degli interventi.
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29 giugno 2015
Devil comes to Koko
È partita la campagna di crowdfunding per sostenere il film Devil comes to Koko di Alfie Nze, un regista teatrale nigeriano da anni residente in Italia. Devil comes to Koko evoca, attraverso lo sguardo di Alfie Nze, due brutali episodi: la sanguinosa invasione inglese di Benin City del 1897 e lo scandalo dei rifiuti tossici scaricati nel 1987 a Koko, un villaggio nel delta del Niger, da un affarista italiano. Apparentemente scollegate fra loro le due invasioni si fondono in un’unica inquietante storia.
Nel 1987, Alfie era solo un ragazzo e la storia dei rifiuti di Koko lo aveva colpito molto. Arrivato in Italia ha deciso di mettere in scena uno spettacolo teatrale ispirato alla vicenda. Per questo è partito per la Nigeria per incontrare gli abitanti del villaggio e, tornato in Italia, ha iniziato le prove di uno nuovo spettacolo. Il documentario lo segue in questo progetto.
Opera prima del regista, Devil comes to Koko è stato prodotto indipendentemente da Koko Krew, un gruppo di persone che hanno creduto nel progetto e stanno lavorando con Alfie perché il film possa essere concluso e diffuso in tutto il mondo. Le riprese sono state effettuate a Benin City, nel villaggio di Koko in Nigeria e nello spazio occupato di Macao, a Milano. Il film ha ricevuto il premio Mutti 2013 ma è una produzione indipendente e per questo è stata lanciata una campagna di crowdfunding su Indiegogo.
La campagna di crowdfunding ha l’obiettivo di raccogliere 10.000€, cifra minima necessaria a terminare il film. La campagna del film è gemellata con il progetto Adotta un albero promosso dall’associazione Sunugal: parte dei fondi raccolti contribuiranno a piantare alberi da frutta in Senegal.
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17 giugno 2015
Oggi come allora, chi chiede rifugio?
E’ uscito questa settimana lo spot di Bologna cares!, la campagna di comunicazione del Progetto SPRAR (Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati) del Comune di Bologna.
Il video propone un parallelismo tra i grandi personaggi della storia che sono stati costretti a lasciare il proprio paese a causa di regimi politici repressivi e gli attuali rifugiati e richiedenti asilo che arrivano in Italia dall’Africa subsahariana o dalla Siria. Perché anche Dante, Einstein e Chopin hanno dovuto fuggire, ma oggi sono ricordati non per la loro storia tragica da esiliati ma per le grandi cose che hanno realizzato. E anche oggi, i profughi che scappano da situazioni drammatiche in Africa, Siria, Afghanistan, Iran, etc., arrivano in Italia con la loro personalità, i loro talenti e le loro aspirazioni. In poco più di due minuti, lo spot di Bologna cares! Permette allo spettatore di immaginare la storia dietro ognuna delle facce anonime che sono solitamente rappresentate dai media come una folla anonima stretta a bordo di un barcone.
Il video è diventato virale su Facebook in poche ore ed è anche stato condiviso da Repubblica Bologna, Redattore Sociale e Bologna Today. Lo riproponiamo anche su questo blog, buona visione!
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15 maggio 2015
Quando il fumetto conquista il Marocco
La prossima settimana, il fumetto sarà ospite d’onore della città di Tetuan in Marocco con mostre, proiezioni, laboratori, spettacoli e presentazioni di libri a fumetti attraverso diversi luoghi della città. Dal 18 al 23 maggio si terrà infatti il 9ème Forum International de la Bande dessinée – il Nono Forum Internazionale del fumetto, organizzato dall’Istituto delle Belle Arti di Tetuan in collaborazione con l’associazione Chouf in occasione del quindicesimo anniversario della creazione del Dipartimento di fumetto presso l’Istituto.
In occasione del Festival, l’associazione Chouf ha selezionato 10 progetti di fumetto finalisti del concorso “Meilleur projet d’album” (Migliore progetto di album). Leggendo i titoli, ci sono sembrati tutti molto promettenti! Per esempio, non vediamo l’ora di scoprire Tempête sur Bangui, un album sulla guerra civile in Centrafrica di Didier Kasaï. Ci incuriosisce anche molto Le Prince Charmant dell’Ivoriano Olivier Désiré Atsain, e Souvenir Amer del Congolese Platini Lubunu. I dieci autori selezionati saranno presenti a Tetuan dal 21 al 23 maggio, dove sarà proclamato il vincitore assoluto della competizione. Buona fortuna a tutti i candidati!
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È tempo di resoconti e valutazioni di quello fatto e… di dichiarazioni dei redditi! Oggi vi raccontiamo il nostro lavoro del 2014 e quello che ci piacerebbe fare nel 2015, così deciderete voi se aiutarci anche quest’anno con il 5×1000. Un gesto che a voi non costa praticamente nulla ma che può aiutare tanto noi e i nostri progetti!
Cosa è successo nel 2014?
Il 2014 è stato per Africa e Mediterraneo un anno ricco di impegno e anche di riconoscimenti. Ve lo raccontiamo brevemente qui.
I progetti su cui abbiamo lavorato riguardano soprattutto la promozione del dialogo e la lotta al razzismo che sta pericolosamente aumentando nella società italiana. Il grande aumento del flusso dei rifugiati nel 2014 (170.000 contro i circa 43.000 nel 2013) ha suscitato tanta solidarietà ma anche tanta diffidenza se non intolleranza. E’ necessario un lavoro “di terreno”, comunità per comunità, quartiere per quartiere, perché i sentimenti di intolleranza verso gli stranieri fanno presto a prendere il sopravvento e a portare indietro anche una società democratica, come ci dimostra in questi giorni il Sudafrica un tempo guidato da Nelson Mandela.
Questo è il nostro impegno, e uno dei modi con cui cerchiamo di promuovere messaggi di apertura e dialogo sono le storie di migrazione raccontate attraverso il fumetto. Comics for Equality ha realizzato il “1° Premio Europeo per il miglior fumetto non pubblicato di autore di origine migrante”, che ha visto la partecipazione di 41 fumettisti da 21 Paesi europei con 56 fumetti. Il Premio ComiX4= è stato il primo premio europeo sul razzismo e sull’intercultura indirizzato esclusivamente ad artisti del fumetto di origine migrante, i quali hanno mostrato le mille forme della migrazione, mettendo in risalto gli aspetti che loro o i loro genitori hanno perso, trovato o sono in procinto di costruire. I fumetti sono disponibili in 9 lingue sul sito www.comix4equality.eu e sulla pagina Facebook del progetto. In due anni, centinaia di post su FB hanno raggiunto più di 370.000 persone. Sul sito è anche possibile scaricare gratuitamente il Catalogo di ComiX4= Questo progetto ha ricevuto un riconoscimento per la sua innovatività nell’ambito dell’Intercultural Innovation Award 2014, una partnership tra United Nations Alliance of Civilisations e il Gruppo BMW, selezionato nel gruppo dei primi 10 tra più di 600 progetti in tutto il mondo.
Nei laboratori abbiamo sperimentato anche il video, per arrivare a coinvolgere i più giovani. A luglio, abbiamo realizzato un workshop di fumetto seguendo la metodologia e i materiali di Comics for Equality al Meeting Anti-Razzista di Cecina. Ad ottobre, abbiamo collaborato con tre scuole in Sardegna promuovendo laboratori di fumetto, murales, ricette di cucina illustrate e video in stop-motion.
Abbiamo naturalmente continuato il nostro lavoro di ricerca e di approfondimento attraverso la rivista Africa e Mediterraneo, pubblicando i due dossier L’Italia e il Sistema europeo comune di asilo / Rwanda: vent’anni dal genocidio (n°80) e Cibo, Intercultura, Africa (n°81) e con incontri di presentazione.
Contro il pregiudizio, pensiamo che l’antidoto siano i numeri! Come ogni anno, continuiamo a promuovere il Dossier Statistico Immigrazione IDOS/UNAR in Emilia-Romagna e particolarmente nelle scuole per diffondere un’informazione sul fenomeno migratorio basata su fonti verificate. Abbiamo curato l’organizzazione di Giù di Festival, il Festival dei giovani di Terre d’Acqua che si è tenuto a San Giovanni in Persiceto ad ottobre 2014. Abbiamo implementato una serie di attività formative per i docenti delle scuole del Distretto di Pianura Est nell’ambito del progetto Risorse per l’Intercultura.
Un tema su cui lavoriamo è l’accoglienza dei richiedenti asilo, un dovere per lo Stato e i territori e un’occasione di incontro per noi cittadini. Tra le altre cose, partecipiamo come partner a Bologna Cares, la campagna di comunicazione del Sistema di Protezione e di Accoglienza dei Rifugiati a Bologna e in provincia.
Cosa faremo nel 2015?
Il 2015 prevede una di continuare con le nostre attività principali, dalla pubblicazione e promozione semestrale della rivista ai laboratoriali nelle scuole, lavorando con uno sguardo aperto alla dimensione europea e globale ma con una forte collaborazione con le realtà del territorio che offrono un sostegno ai migranti, e specialmente ai rifugiati e ai richiedenti asilo accolti in Italia attraverso attività creative e di inserimento lavorativo.
Come donare il proprio 5xmille?
Ogni contribuente può destinare il 5 per mille dell’IRPEF firmando in uno dei cinque appositi riquadri che figurano sui modelli di dichiarazione dei redditi da presentare a breve (Modello Unico PF, Modello 730, ovvero apposita scheda allegata al CUD/CU per tutti coloro che sono dispensati dall’obbligo di presentare la dichiarazione).
Oltre alla firma, da apporre nella sezione scelta, si può indicare il codice fiscale del singolo soggetto cui si intende destinare direttamente la quota del 5 per mille. Il codice fiscale di Africa e Mediterraneo è 91221260374.
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25 febbraio 2015
L’abito non fa il monaco. E la barba non fa l’Imam
Combo è un artista di strada, di padre cristiano libanese e madre musulmana marocchina, che “remixa” cultura combinando scritte e immagini. Ha iniziato esponendo per le strade di Parigi stampe del simbolo Coexist formato da una croce cristiana, la mezzaluna araba e la stella di David; il tutto corredato dall’immagine di se stesso vestito in abiti musulmani. L’esperimento sembra essersi concluso male. Il giovane artista ha scritto sulla sua pagina FB di essere stato picchiato e minacciato di ulteriori ripercussioni nel caso intenda continuare a esporre i suoi lavori.
Combo è un provocatore che nel corso di un soggiorno a Bayreuth (città della Baviera settentrionale), si è fatto crescere la barba e ha iniziato a indossare il tradizionale abito musulmano, non perché colto dal sacro fuoco della fede, ma per mettere in discussione i codici prestabiliti. Il suo ultimo lavoro comprende immagini di se stesso nei dintorni di Parigi con indosso l’abito musulmano e i commenti in vernice spray: “Lo sapevate che i musulmani concludono le loro preghiere con la parola ‘amen’ come i cristiani e gli ebrei?”, “Ci sono 50.000 soldati musulmani in Francia”, “L’abito non fa il monaco. E la barba non fa l’imam” e “Lo sapevate che il velo non è un obbligo religioso?”.
Riguardo all’identità dei suoi aggressori l’artista ha rilasciato un unico commento sulla sua pagina Facebook: “Vorrei rimanere vago sulla descrizione dei vigliacchi e il luogo esatto in cui è avvenuta l’aggressione perché per me non importa da dove vengono, il colore della loro pelle, la loro fede religiosa o le loro idee politiche. In questo frangente hanno rappresentato solamente la stupidità e l’ignoranza.”
Parole chiave : artista di strada, Coexist, Combo, intercultura
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09 febbraio 2015
Le matite non stanno ferme
L’Institut français e Cartooning for Peace hanno collaborato alla circolazione nel bacino del Mediterraneo e nell’Europa del sud della mostra Cartooning for Peace e hanno organizzato alcuni incontri aperti al pubblico con i fumettisti in presenza di Plantu, famosissimo vignettista di Le Monde. Il prossimo appuntamento è a Gerusalemme il 12 febbraio.
Nato nel 2006 da un incontro a New York tra Plantu e l’allora segretario generale dell’ONU Kofi Annan (Premio Nobel per la Pace nel 2001), Cartooning for Peace è un’associazione che difende la libertà di espressione dei fumettisti di tutto il mondo e ad oggi raggruppa più di 130 artisti. Attraverso numerosi dibattiti e mostre di fumetti, Cartooning for Peace mira a sensibilizzare il pubblico dei giovani a temi quali: la censura e la libertà di espressione, la tolleranza religiosa, i diritti universali dell’uomo, il rispetto dell’ambiente e la situazione in Medio Oriente.
Gli incontri con i professionisti della matita di tutte le nazionalità promuovono un ricco scambio di opinioni e favoriscono il riconoscimento del lavoro giornalistico dei fumettisti. Una delle punte di diamante del movimento “Cartooning for Peace” è il suo coinvolgimento in Medio Oriente.