12 febbraio 2011
Moataz Nasr e la frustrazione dei giovani egiziani
Ieri il presidente egiziano Mubarak si è dimesso, e continua questa bellissima cosa del successo delle proteste dei cittadini nel mondo arabo.
Un po’ come l’elezione di Obama, una impresa impensabile, uno di quei sogni a cui opporre un “ma va, non ce la faranno mai”, che invece abbiamo avuto la fortuna di vedere.
Con un grande ruolo dei social network di cui si diceva: sì, permettono di comunicare, di essere informati in tempo reale, ma contro polizia, esercito, lobby economiche cosa possono fare? E invece…
Complimenti per l’aderenza all’attualità della Galleria Continua di San Gimignano (http://www.galleriacontinua.com/), che inaugura proprio oggi 12 febbraio una mostra dell’artista egiziano Moataz Nars, classe ’61, già presente alla Biennale di Dakar nel 2002 (dove ha vinto il Premio del Ministro della Cultura con il video The Water), alla Biennale di Venezia nel 2003 e nella mostra Africa Remix.
La mostra si intitola “The other side of the mirror” e sarà aperta dal 12/02/2011 al 01/05/2011.
“Considerato tra i maggiori esponenti dell’arte pan-araba contemporanea, Moataz Nasr concepisce questa mostra come un vero e proprio viaggio filosofico e spirituale, invitandoci a meditare sul senso delle cose e del vivere insieme. Il pensiero del mistico filosofo e poeta sufi Ibn Arabi (1165-1240), punto d’incontro fra la cultura araba e cattolica, il Doctor Maximus per gli europei, Il sommo Maestro per gli islamici, ispira molte opere in mostra.” (dal comunicato stampa)
La Galleria continua ha fatto un’altra mostra di Nasr nel 2008, dal titolo “A memory fills with holes”.
In quelle opere Nasr mostrava le varie aree di conflitto che ci sono nel mondo e la fragilità di questo equilibrio. Fragilità e potere, povertà e bellezza, armonia e conflitto, oppressione e liberazione erano i temi del percorso. Consiglio di vedere su Exibart il servizio sulla mostra http://tv.exibart.com/news/2008_lay_notizia_02.php?id_cat=78&id_news=6291. C’è un punto (al minuto 3,12) in cui si scorge un video di Nasr “Two faces of a coin”, del 2008. Si vedono diversi giovani, che assomigliano ai ragazzi egiziani che abbiamo visto manifestare in questi giorni, nell’atto di infilarsi delle magliette occidentali che hanno però il buco per la testa cucito. Solo le braccia escono, e loro continuano un po’ confusi a cercare di infilare la testa ma restano più intrappolati di prima.
Esprime benissimo secondo me la frustrazione di questi giovani che abbiamo visto in piazza al Cairo, giovani consapevoli, diplomati e laureati, stanchi delle mancate promesse di modernità, di non potere vivere una vita dignitosa come tanti altri giovani in altre parti del mondo.