03 aprile 2015
Un Immigration quiz per spegnere i pregiudizi
In occasione della XI Settimana d’Azione contro il Razzismo promossa dall’UNAR con la campagna “Accendi la mente, spegni i pregiudizi”, Africa e Mediterraneo ha realizzato una iniziativa all’interno di Connettiti contro il razzismo – programma di iniziative promosso dal Comune di Bologna. Abbiamo deciso di lanciare una sfida ai Bolognesi: rispondere a 10 domande sul fenomeno dell’immigrazione, sotto forma di un quiz. Se è vero che si parla molto di immigrazione nei media, che ci comunicano quotidianamente numeri, percentuali e statistiche, è anche vero che la velocità dell’informazione, e con essa la sua sinteticità, non ci permettono però di avere un quadro chiaro ed esaustivo sul fenomeno. Si diffondono così dei “miti” e falsi mediatici che non rappresentano i dati reali.
Abbiamo quindi deciso di creare un momento di confronto e gioco presso la Biblioteca Luigi Spina di Bologna, coinvolgendo giovani e grandi di tutte le età. Il quiz ha quindi messo alla prova una ventina di partecipanti di diverse provenienze su 10 “miti”, confrontandoli poi con i numeri tratti dal Dossier Statistico sull’Immigrazione IDOS/UNAR.
Alla prima domanda – quanti sono gli stranieri residenti in Italia nel 2013 – vengono proposte delle opzioni di risposta molto diverse, dal 3,87% al 30,54% della popolazione residente. Eppure questa semplice domanda è bastata per confondere tutti i partecipanti: gli stranieri residenti in Italia sono meno di 5 milioni, ossia l’8% della popolazione totale, ma Amir, Giacomo e Francesca sono sicurissimi che siano molti di più, forse perché le informazioni trasmesse dai media sono fuorvianti su questo argomento. Questa percezione lontana dalla realtà si ritrova a proposito di vari argomenti legati al tema dell’immigrazione. Vi è mai capitato per esempio di sentire affermazioni come “siamo invasi dai rifugiati e richiedenti asilo”? Eppure, queste categorie rappresentano solo il 0,15% della popolazione residente in Italia nel 2013. E così anche gli altri “miti” si sfatano: “sono tutti musulmani?” Linda ci risponde “Certo che sì!”. I dati però ci dicono che la maggior parte degli stranieri residenti nel 2013 è cristiana. “Gli immigrati ci rubano il lavoro?” Il tasso di disoccupazione degli italiani è dell’11,5%, mentre quello degli stranieri è del 17,3% nel 2013. Alcune domande affrontano anche la questione dei Rom, una comunità che più delle altre è vittima di molti pregiudizi. E’ comune per esempio credere che i Rom siano tutti nomadi. Niente di più falso poiché solo il 3% lo è. Maria e Aziz rimangono palesemente perplessi.
Giocando con il quiz con grandi e meno grandi, ci siamo resi conto che anche coloro che credevano di essere meglio informati sul tema, sbagliavano risposte. Abbiamo toccato con mano che i pregiudizi e la scarsa informazione sono radicati nel territorio e in tutte le fasce della popolazione, senza differenze. Cosa ci insegna questa esperienza? Che l’importanza di informare, comunicare, raccontare la diversità – senza dimenticare di divertirci! – è fondamentale. Oggi come nel futuro.
Insieme ai partecipanti, abbiamo realizzato 10 locandine rappresentando i miti sfatati. Il nostro immigration quiz continua così sotto forma di una piccola campagna fotografica.
Ora lanciamo la sfida a tutti voi, siete pronti? Trovate qui sotto tutte le domande e le risposte esatte con dei brevi approfondimenti. Buon divertimento e buona informazione!
Immigration_quiz_domande Immigration_quiz_RisposteImmigration quiz: domande
Parole chiave : gioco, Immigrazione, Immigrazione Dossier Statistico IDOS/UNAR 2013, informazione, Pregiudizi, razzismo
Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/un-immigration-quiz-per-spegnere-i-pregiudizi/trackback/
20 gennaio 2014
Donne nella migrazione: il nuovo numero di Africa e Mediterraneo
È uscito il numero 79 di Africa e Mediterraneo con un dossier dedicato alle donne migranti. Pubblichiamo qui un estratto dell’editoriale “La pietra d’angolo”, scritto dalla Direttrice Sandra Federici.
La questione migratoria in Italia e in Europa è stata, in passato, letta principalmente attraverso una lente maschile, trascurando la dimensione femminile o relegandola a un ruolo passivo e subalterno: le donne migranti entravano nella discussione accademica in quanto mogli, madri, figlie di uomini migranti. Ora, negli studi sull’immigrazione, grazie anche all’apporto di altre discipline, in particolare dei gender studies, il genere è arrivato a occupare un rilievo non secondario. Sono numerose le ricerche che applicano questo approccio ai vari aspetti della migrazione, mettendo in luce il fatto che sempre più le donne si spostano indipendentemente dal proprio nucleo familiare, che nel percorso migratorio le donne risultano capaci di costruire difficili relazioni transnazionali e mantenere i piedi in due mondi, che è con le donne che è opportuno lavorare per ricostruire le relazioni e mettere in moto il processo circolare e reciproco della convivenza.
E’ stato rilevato che questa attenzione al genere potrebbe essere dovuta anche alla presenza negli studi sull’immigrazione di un grande numero di studiose; in ogni caso, rileviamo che al lancio del nostro appello a ricevere proposte per il dossier hanno risposto quasi esclusivamente donne, alcune ricercatrici, altre, la maggior parte, operatrici attive in progetti sociali, culturali, sanitari indirizzati a donne migranti, che hanno colto l’occasione di condividere con gli altri una riflessione sulla loro esperienza.
In Italia nel 2012 le donne erano il 53,1% del totale degli stranieri regolarmente residenti in Italia (Immigrazione Dossier Statistico IDOS/UNAR, 2013) e a livello europeo esse rappresentavano il 48,71% (Eurostat) del totale dei flussi migratori del 2011. Queste donne sono lavoratrici, studentesse, professioniste, madri di famiglia che fruiscono di servizi, intessono relazioni e negoziano quotidianamente il loro ruolo di genere in bilico tra vecchie e nuove identità. A volte sono persone in difficoltà che stanno vivendo percorsi di isolamento, sfruttamento, esclusione, violenza. […]
In questo dossier sono consegnate, da parte di chi pratica e studia il lavoro sociale partendo dalla prospettiva di genere, numerose testimonianze dirette delle donne immigrate. L’ascolto dell’altra in un rapporto paritetico è possibile se viviamo la consapevolezza della “parzialità” del nostro punto di vista, della necessità di comprendere ogni percorso individuale nella sua specificità e senza imprigionarlo in categorie universali, del fatto che il concetto-prigione dell’identità non è applicabile a soggetti che sono il risultato di un insieme di esperienze, saperi e poteri. Le donne sono la pietra d’angolo su cui si costruisce la convivenza: la loro forza e autonomia è la variabile che determina l’integrazione dell’intero nucleo familiare. E anche quando sono sole, separate dalle famiglie, esse si mostrano maestre della transnazionalità delle famiglie, del welfare, del lavoro. La dimensione della relazione è vitale, e se le difficoltà degli spostamenti e degli incontri portano a vivere una chiusura, uno scacco, essa va ricostruita, segnalando la possibilità di una relazione nuova, da vivere nella consapevolezza del proprio valore, della propria capacità di essere ponte tra culture, dell’efficacia potente dell’aiuto reciproco tra donne.
Sandra Federici
Per acquistare on line il N. 79 di Africa e Mediterraneo, conoscere o acquistare i numeri precedenti, sottoscrivere un abbonamento vai al sito di Lai-momo, l’editore.