Durante l’ultimo decennio, più di 700 giornalisti sono stati uccisi per il loro lavoro, ma su dieci di questi crimini solo uno è stato seguito dalla condanna del responsabile. Questa impunità non solo rafforza i criminali, ma scoraggia anche la società, compresi i giornalisti stessi. Nel 2013, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2 novembre Giornata internazionale della fine dell’impunità per i crimini commessi contro i giornalisti. Questa risoluzione ha esortato gli Stati membri a prendere misure precise per combattere la cultura dell’impunità e a fare il possibile per promuovere condizioni sociali e politiche che consentano a giornalisti di fare il loro lavoro in maniera indipendente e senza ingerenze. La data è stata scelta in memoria dell’assassinio di due giornalisti francesi Ghislaine Dupont et Claude Verlon, reporter di Radio France Internationale (RFI), à Kidal, in Mali, il 2 novembre 2013.
In occasione di questa seconda giornata Reporters sans frontières ha lanciato la campagna Fightimpunity. Andando sul sito fightimpunity.org si possono inviare messaggi via mail o via twitter per chiedere ai governi di attivarsi per il ritrovamento di gionalisti scomparsi o per il perseguimento di assassini di giornalisti. Altra iniziativa da segnalare è la Borsa per giovani giornalisti alla memoria di Dupont e Verlon che RFI ha istituito e che ha consegnato nel 2014 a un giornalista e a un tecnico della comunicazione del Mali, mentre quest’anno la borsa premia professionisti del Madagascar.