17 luglio 2015

Design is the Personality of an Idea

Design is the personality of an idea

Si conferma ancora una volta la vitalità della Nigeria come laboratorio per l’arte contemporanea: il 19 luglio verrà inaugurata la mostra organizzata dalla African Artists Foundation “Design is the Personality of an Idea” presso la sede della Ford Foundation a Lagos fino al 3 agosto. Una mostra tutta al femminile, che mette in luce le visioni del mondo di otto artiste africane: Joana Choumali (Costa d’Avorio), Nkechi Ebubedike (Nigeria/USA), Akwaeke Emezi (Nigeria), Modupeola Fadugba (Nigeria), Selly Raby Kane (Senegal), Nkiruka Oparah (Nigeria), Moonchild Sanelly (Sudafrica) e il collettivo The Venus Bushfires di cui Helen Parker-Jayne Isibor (Nigeria) è l’unico membro permanente. La mostra si iscrive infatti nel programma Female artists platform dell’African Artists Foundation, un’iniziativa che mira a promuovere l’uguaglianza di genere nell’industria creativa, mettendo in luce le creazioni di donne artiste e designer che vivono e lavorano in Africa.

Attraverso tecniche miste che includono video, moda, pittura, fotografia, collage digitale e suono, la mostra è concepita come una specie di caleidoscopio che permetta al pubblico di vedere il mondo attraverso gli occhi di queste donne dalla personalità eccezionale. Tutto parte dall’idea che “siamo tutti illusi. Nei modi più pericolosi, più belli, più banali e innocui, esistiamo tutti in un mondo modellato da un design, una creazione, dei filtri che ci sono propri. Con le nostre credenze, le nostre storie, i nostri traumi, il nostro consumo, le nostre interazioni, le nostre società, le nostre abitudini, le nostre opportunità e i nostri sogni, disegniamo la nostra propria realtà.” Le opere delle artiste ci portano così a esplorare i mondi soggettivi o immaginari di queste donne, che a volte si incrociano in una stessa realtà, e più spesso allargano il punto di vista dello spettatore oltre i 360 gradi.

Fino all’inaugurazione della mostra domenica 19 luglio, l’African Artists Foundation pubblica sulla sua pagina Facebook dei piccoli approfondimenti sulle artiste esposte. Seguiteli per saperne di più!

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01 luglio 2015

Bad times for art in Donetsk

"Make Up!" di Pascale Marthine Tayou

Tristi notizie arrivano da IZOLYATSIA, piattaforma per le iniziative culturali a Donetsk. Il 22 giugno 2015, il centro culturale ha ricevuto la conferma della distruzione di un’istallazione artistica di Pascale Marthine Tayou, uno dei più grandi artisti camerunesi contemporanei. Il 9 giugno dell’anno precedente, mercenari della repubblica autoproclamata Donetsk People’s Republic (DPR) avevano assalito l’ex fabbrica dove il centro culturale aveva sede e vandalizzato le opere d’arte che erano esposte lì. Da quel momento il centro culturale è stato usato dalle forze del DPR come base militare per allenare i combattenti e come centro di detenzione. Il personale ha dovuto scappare, e oggi la fondazione prosegue la sua missione a Kiev.

Tra le opere distrutte si trovava l’istallazione “Make Up!” di Pascale Marthine Tayou, creata in occasione del progetto Where is the Time? in 2012. L’opera rappresentava un rossetto gigante che incoronava la ciminiera di una fabbrica ed era stata dedicata alle donne della regione del Donbass, come riconoscimento al loro ruolo nella ricostruzione di Donetsk dopo la guerra. “Ho notato che, grazie al coraggio delle donne ucraine, Donetsk è rinata dalle proprie ceneri dopo la guerra e volevo riprendere i loro simboli di amore e di speranza perché, dal mio punto di vista, Donetsk non è solo una città di miniere e di metallo. E’ anche un’isola di sogni, pronta a condividere i suoi tesori nascosti”, aveva dichiarato l’artista.

La DPR ha fatto esplodere l’istallazione distruggendola completamente, così come sono state distrutte negli ultimi anni le opere ‘Ce n’est rien…’ di Kader Attia, ‘Dans les filets, la couleur’ e ‘Cabane-Lanterne’ di Daniel Buren, ‘Invisible Train’ e ‘Bank’ di Leandro Erlich o ‘Tanoura’ di Moataz da quelli che occupano Donetsk e Izolyatsia.

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