Venerdì 27 alle 9 e 30 nella sala del Consiglio Comunale di San Pietro in Casale sono stati presentati a sindaci e assessori dei comuni del distretto i risultati di “Immigrazione ad Est”, una ricerca realizzata dalla Società Cooperativa Lai-momo, in collaborazione con la Provincia di Bologna, la Regione Emilia-Romagna e il Dossier Statistico Caritas Migrantes.
L’obiettivo dell’indagine è stato quello di fotografare l’immigrazione nel territorio e fornire agli amministratori strumenti e dati per la lettura degli aspetti locali di questo fenomeno.
Sono intervenuti l’Assessore Provinciale Giuliano Barigazzi, il Presidente del Comitato di Distretto e Sindaco di Budrio Carlo Castelli, Raffaele Lelleri dell’Osservatorio Provinciale delle Immigrazioni, Andrea Stuppini, del Servizio Politiche per l’Accoglienza e Integrazione della Regione, Pietro Pinto e Silvia Festi rispettivamente direttore e coordinatrice della ricerca e Franco Pittau direttore del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, che ha sostenuto e supervisionato la ricerca in quanto innovativa esperienza di analisi di un contesto territoriale inferiore all’ambito provinciale.
Innanzitutto la ricerca delinea statisticamente le caratteristiche della popolazione immigrata residente sul territorio: il primo aspetto rilevato è la conferma che il distretto è un’area a forte vocazione immigratoria in cui la presenza di persone di origine straniera è ormai un dato strutturale. La percentuale di popolazione straniera sul totale dei residenti era al 31.12.2008 del 7,2% e, visti i trend di crescita, è destinata a crescere nei prossimi anni.
La giovane età dei residenti stranieri (l’83% ha un’età inferiore ai 44 anni e quasi un quarto ha meno di 15 anni) e l’alta presenza nelle scuole (già al 10,3%) confermano che si tratta di un fenomeno non passeggero, che si sta radicando nel territorio e che contribuisce in misura crescente al sistema economico (delle oltre 9100 imprese presenti nel territorio, 766 pari all’8,4% ha un titolare nato in paesi extraeuropei).
Il Report della ricerca – pubblicato come Dossier tematico di approfondimento dell’Osservatorio Provinciale delle Immigrazioni di Bologna – contiene anche un’analisi estremamente innovativa sull’incidenza fiscale degli stranieri che evidenzia, tra gli altri dati, come l’apporto dei contributi INPS versati dai cittadini stranieri nella Regione Emilia-Romagna nel 2007 costituisca il 7,5% del totale dei contributi (analisi a cura dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio).
Ulteriore obiettivo della ricerca era quello di rilevare eventuali criticità e attriti, che potrebbero generare in futuro conflitti, e fornire elementi conoscitivi utili agli Enti locali per agire preventivamente. Per quanto riguarda i possibili focolai di tensione, emerge un quadro secondo il quale la presenza di immigrati stranieri nel Distretto è in gran parte una presenza discreta, quasi invisibile e non si registrano al momento significative situazioni di conflitto, anche se l’attuale crisi economica potrebbe generarne.
Uno degli strumenti di prevenzione a questo riguardo è il miglioramento della comunicazione delle politiche locali per l’immigrazione.
Emerge chiaramente, infatti, che è diffusa una conoscenza parziale delle azioni che le amministrazioni locali promuovono, rispetto alle quali emergono opinioni spesso orientate dai media nazionali e la necessità di superare le generalizzazioni improprie attraverso uno sforzo di mutua conoscenza.
La ricerca è stata promossa nell’ambito delle attività previste dal Piano di Zona distrettuale per la salute e il benessere sociale del Distretto Pianura Est. Il Distretto è oggi impegnato in un profondo sforzo per garantire una piena integrazione sociale dei cittadini stranieri sul territorio, attraverso una doppia azione: da un lato i servizi rivolti alla popolazione straniera, con la presenza, per esempio, di sportelli informativi e di orientamento in tutti i Comuni e una vasta offerta di corsi di italiano, dall’altro con il supporto ai servizi pubblici grazie ad un servizio qualificato di consulenza e mediazione culturale e un forte investimento sulla formazione (rivolta a 160 insegnanti e 150 persone impiegate nei comuni e nell’AUSL).