29 settembre 2009
Le seconde domande e le terze, Tiziana Ferrario intervista Frattini
La Tiziana Ferrario si è vergognata ieri sera (28 sett.) per come ha condotto l’intervista a Frattini durante il TG1 delle 20. Faceva le cosiddette “prime domande” ma non le “seconde” e le “terze”, che i maestri di giornalismo considerano quelle importanti.
Prima domanda della giornalista: “Ministro ci parli della sua adesione alla campagna AGIRE“. Risposta: “Vogliamo aiutare i popoli di Eritrea Somalia e Sudan, perché il loro futuro è anche il nostro, dobbiamo tendere una mano, facciamo già tantissimo e dobbiamo fare di più!”
La seconda domanda di una giornalista in situazione normale sarebbe dovuta essere: “Ma come può essere coerente quello che ha appena detto con i tagli alla cooperazione allo sviluppo del suo Ministero di 411 milioni: il 56% rispetto al 2008?”
E la terza: “Ma come fa a parlare di mano tesa dopo che ha difeso con entusiasmo i respingimenti dei disperati in mare voluti dal ministro Maroni?”
La Ferrario non ha nemmeno fatto la domanda diplomatica su Michelle Obama definita “abbronzata” da Berlusconi. Non ha voluto, o potuto. Però si è vergognata. Si è capito perché ha concluso con una specie di triste auto-giustificazione: “ci sarebbero tante cose da chiedere, non c’è tempo, salutiamo il Ministro Frattini…”
Non meravigliamoci un certo giornalismo è morto, credo che tutta la categoria dovrebbe riflettere. Nessuno fa approfondimenti, solo notizie flasch e forse l’obiettivo è proprio la non informazione. Vi è una dequalificazione di chi svolge tale professione non è solo un problema di effettiva libertà è che manca anche la capacità di sapere leggere dentro ai problemi, di entrare nella vita reale delle persone e questo è molto grave. Non aiuta nè la categoria dei giornalisti nè i cittadini.
katia
Cara Sandra, la foto non rende bene la tua bellezza! Per quanto riguarda il post sono del tutto d’accordo e lo trovo molto incisivo. Però sulla faccenda degli aiuti ho dei dubbi. Non sarebbe meglio lasciare in pace questa gente e neanche aiutarli? La storia degli aiuti nella società capitalistica e costellata di interessi che in questo caso sembrano essere vero e proprio neocolonialismo.