10 febbraio 2012

Assaman – Un blog sulle elezioni in Senegal

in: Media

Le associazioni Assaman e Sunugal hanno organizzato il convegno “Comunicare l’Africa con il web 2.0″, previsto per sabato 11 febbraio 2012 (ore 15.30 – 17.30) a Milano presso lo Spazio Mascherenere, Fabbrica del Vapore, Via Procaccini 4.

In questa occasione l’associazione presenterà un interessante progetto di comunicazione via web 2.0 e cioè “Tongante. Il blog della sfida elettorale“, un blog informativo coordinato dal giornalista Lorenzo Bagnoli, che sta seguendo quotidianamente, grazie all’inviata Luciana de Michele e ai corrispondenti sul posto, la campagna elettorale in Senegal.
Dal 17 febbraio al 3 marzo, quando la campagna elettorale entrerà nel vivo, l’Associazione Assaman seguirà tutta l’evoluzione delle elezioni senegalesi, in cui il presidente uscente Abdoulaye Wade si è presentato tra mille contestazioni. Sarà realizzato un worshop sul territorio,  in collaborazione con la rivista Le Temoin e con la Scuola di giornalismo di Dakar. Una quindicina di giornalisti senegalesi ed europei seguiranno momento per momento la sfida tra i candidati.

Il pdf dell’iniziativa di sabato 11 febbraio:

Assaman11febdef

http://tongante2012.altervista.org/it/

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02 maggio 2011

Aperte le iscrizioni per il Youth Video Festival on Migration, Diversity & Social Inclusion

Segnaliamo l’invito rivolto ai giovani a partecipare al Festival PLURAL +, inviando materiale video sugli argomenti della migrazione, della diversità e dell’inclusione sociale.

Il festival, organizzato dallAlleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite (UNAOC) e dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), ha l’obiettivo di stimolare l’impegno dei giovani verso queste tematiche importanti sia a livello locale e globale, diffondendo le loro voci  attraverso una varietà di piattaforme media e reti di distribuzione (broadcast, festival di video, conferenze, eventi, Internet, DVD) in tutto il mondo.

I giovani tra i 9 e i 25 anni sono invitati a presentare brevi video della lunghezza massima di cinque minuti, che dovranno esprimere la personale percezione dei partecipanti, e le proprie esperienze, domande e suggerimenti in tema di migrazione, diversità, integrazione e identità, mettendo in luce le loro idee su come creare una convivenza pacifica in diversi contesti culturali e religiosi.

Una giuria internazionale selezionerà tre vincitori nelle tre fasce di età, che saranno invitati a New York per la cerimonia di premiazione del Festival.

Il termine per la presentazione dei video è il 1° luglio 2011. Per tutte le altre informazioni, comprese linee guida, regolamenti, premi e modulo di iscrizione, cliccate qui.

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09 marzo 2011

Cinema e Mediterraneo, due opportunità per registi e videomaker

in: Cinema - Media

Segnaliamo due interessanti opportunità per registi e videomaker all’interno di due festival internazionali audiovisuali nel Mediterraneo.

Il primo, Festival internazionale del documentario e del reportage mediterraneo (PriMed), dà visibilità ai film che raccontano la società, la storia, il patrimonio e l’arte dei paesi del Mediterraneo, in diverse categorie: sfide mediterranee, memoria, arte, patrimonio e cultura, primo film, documentario investigativo. La rassegna promuove, inoltre, la distribuzione dei lavori nella regione.
Il festival è organizzato dal CMCA (Centro Mediterraneo per la Comunicazione Audiovisiva) di Marsiglia e la RAI, in collaborazione con altri partner.
Scadenza per l’iscrizione: 15 Aprile 2011
Per info visitare il sito di riferimento a questo link.

Il secondo, “L’incontro con l’Altro”- Festival delle migrazioni e del recupero della storia orale, è un festival di film e video che si svolgerà a Lampedusa dal 19 al 23 luglio 2011. La partecipazione è aperta ad autori italiani e stranieri, con particolare attenzione al bacino del Mediterraneo, ed i filmati possono partecipare in due sezioni: “Approdo e Speranza” e “Le Storie”.
Per entrambe le categorie la scadenza per la consegna è il 5 maggio 2011.
Per maggiori informazioni seguire il link.

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21 giugno 2010

21/06/2010- Radio NISAA FM in Palestina, la radio delle donne

arb_logoEvento: Lancio della Radio NISAA FM.

Dove: Ramallah, Autorità Nazionale Palestinese.

Quando: 21 giugno 2010.

Informazioni: La fondazione svizzera Smiling Children, attiva nella valorizzazione della donna e dell’imprenditoria femminile, lancia ufficialmente il progetto Radio NISAA FM. Presenza annunciata per Rabeha Diab, Ministro delle Pari opportunità palestinese.

Gestita da donne e dedicata alle donne, Radio NISAA FM si presenta come la prima radio commerciale al femminile del Vicino Oriente.
La radio parla in inglese e in arabo sulle frequenze FM locali e anche via web (basta cliccare “listen live” sul sito della radio).

Per tre anni sarà una radio commerciale indipendente dal punto di vista economico e darà spazio, all’interno dei suoi programmi, alle notizie, ai racconti di vita e all’intrattenimento musicale.

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03 giugno 2010

L’Europa e gli aiuti umanitari raccontati dagli studenti

in: Media

La Direzione Generale per gli aiuti umanitari della Commissione europea (ECHO) organizza un evento di restituzione dei risultati della campagna pedagogica di sensibilizzazione sull’aiuto umanitario europeo realizzata in questi mesi in Sicilia.

“Two-minute clips on humanitarian aid” è un progetto di comunicazione che è stato realizzato in questi mesi da ECHO, l’unità operativa dell’UE che si occupa di aiuto umanitario.
Il suo obiettivo era quello di avvicinare i giovani e di sensibilizzarli sulle tematiche relative ai processi che si generano laddove incombono catastrofi naturali o conflitti.
Il progetto ha coinvolto circa 250 ragazzi tra i 16 e i 18 anni , in 7 scuole superiori di 4 province della Sicilia, Catania, Palermo, Ragusa ed Enna.

Nel corso dell’anno scolastico i ragazzi, guidati da un media educator, si sono addentrati nel mondo delle emergenze umanitarie, studiandone meccanismi, problematicità e possibili soluzioni. Al termine di questo percorso hanno realizzato un video clip di due minuti sul tema degli aiuti umanitari che mettesse in luce le loro riflessioni e impressioni.

Una giuria ha poi selezionato il lavoro migliore, che sarà premiato nel corso dell’evento finale, il 4 giugno. La classe vincitrice vedrà il proprio video inserito nella programmzione di ETICA TV, la prima web tv che consente di seguire reportage, documentari, interventi e contributi, nati e prodotti in ambiti di particolare impegno sociale, e rivolta a quanti vogliono essere protagonisti di un agire consapevole.

La giuria era composta da:

Mauro Baffico- Direttore Editoriale EticaTV.net
Francesca Bullio – Project manager Fondazione per la Scuola
Vincenzo Fano – Docente di Logica e Filosofia della Scienza
Sandra Federici – Direttrice di Africa e Mediterraneo e coordinatrice di progetti di Media Education
Alma Grandin – ideatrice e conduttrice di News Generation- Il Giornale Radio dei Ragazzi (Radio Rai 1)
Maddalena Grechi – Responsabile comunicazione di Agire – Agenzia Italia Risposta alle Emergenze
Andrea Segre – Regista e dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione

Tutti i video saranno saranno diffusi su internet e raccolti in dvd che sarà distribuito a livello nazionale.

L’evento conclusivo si terrà

Venerdì 4 giugno 2010
ore 10:30
Castello Ursino
Piazza Federico II di Svevia, 1
CATANIA

Saranno presentati 10 video clip realizzati dai ragazzi delle scuole coinvolte nel progetto e avrà luogo la cerimonia di premiazione della classe vincitrice.

Interverranno:

Raphael Brigandì – Unità Informazione e Comunicazione di ECHO a Bruxelles
Salvo Pogliese – Deputato regionale
Marella Ferrera – Assessore comunale Cultura e Grandi Eventi
Sandra Federici – Presidente della giuria

Testimonial dell’evento Giusi Malato, pallanuotista, pluricampionessa italiana europea e mondiale. Medaglia d’oro con il Setterosa alla Olimpiadi di Atene del 2003

Modera:
Fabio Federici – Project manager, Lai-momo

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22 maggio 2010

Africanews24: una televisione panafricana sul satellite

E’ stato presentato in anteprima durante il meeting internazionale “Africa 53 countries, One continent” (Bologna 21 maggio 2010) il progetto Africanews24, una nuova rete televisiva per il continente africano da realizzare sul modello di Euronews24. Il progetto è stato presentato con un video realizzato da Mimma Nocelli, direttrice artistica di NewCo Rai Internationa durante l’importante convegno organizzato dalla Foundation for World Wide Cooperation di Romano Prodi.

Thabo Mbeki, ex presidente del Sudafrica, interviene al convegno di bologna

Thabo Mbeki, ex presidente del Sudafrica, interviene al convegno di bologna

L’ex presidente della Commissione europea è riuscito a convocare a Bologna personaggi del calibro di Abdoulaye Wade, presidente del Senegal, Thabo Mbeki, ex presidente del Sudafrica, Asha Rose Mgiro, Vice Segretario Generale dell’ONU, Andrie Piebalgs, Commissario per lo Sviluppo della Commissione Europea, Maxwell Mkewezalamba, Commissario all’Economia dell’Unione Africana, Zhan Shu, Ambasciatore del dipartimento Africa del governo cinese. Il tema era l’identificazione di una road map per l’integrazione africana, con la partecipazione di tutti gli attori presenti nel continente: Unione africana, Nazioni unite, Unione europea, Cina e USA.

Logo di Africanews 24

Logo di Africanews 24


Il progetto Africanews24 è stato presentato dalla rete televisiva Euronews alla Commissione Europea, che ha dato il via libera, ed è in corso di realizzazione. Sarà la prima televisione panafricana, avrà sede in Africa, sarà multilingue e satellitare e presenterà una selezione di news dai media africani, ripetuta più volte al giorno, e programmi prodotti appositamente, come documentari e approfondimenti su temi importanti e talk show sulla realtà socioculturale africana.

I pubblici a cui si indirizza sono quello africano quello europeo e in generale quello mondiale, con una particolare attenzione alla diaspora Africana. Sarà chiesta la partecipazione di agenzie dell’ONU, Banca Mondiale e Banca Africana di Sviluppo, cooperazione bilaterale e multilaterale.

Gli attori strategici del continente come leader politici, decision maker, operatori nel settore dell’educazione e dei media potranno così avere un mezzo molto potente per fare sentire la loro voce.

Ha spiegato P.L. Malesani di Euronews “Ogni paese ha i suoi media locali ma manca una televisione che offra una visione panafricana trasmettendo da una sede interna al continente (…) La prima TV africana che ha aderito è quella della Costa d’Avorio, e ne stiamo contattando altre, per creare un network di televisioni sorelle. Nella fase iniziale saranno 8-10”.

“Il modello è Euronews”, ha aggiunto P. Cayla, manager del canale paneuropeo con sede a Lione, “che è internazionale (dà informazioni su Europa e resto del mondo) e multingue (trasmette in 9 lingue, in Africa si potrebbero utilizzare le 3 lingue europee usate e 3 lingue africane ad ampia diffusione)”.

Sarà realizzato anche un sito interattivo con archivio delle notizie, diffondibili anche via telefono cellulare. Per la sede della redazione, si è parlato finora di Dakar e Accra, ma non è ancora stato deciso nulla.

Sandra Federici

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05 aprile 2010

Africascopie: l’Africa nella rivoluzione informatica

in: Media

Il quotidiano francese le Monde pubblica un documentario sulla rivoluzione informatica in Africa. Questo lavoro è il risultato di un’inchiesta e dell’esperienza del blog Afriscopie.

L’intero progetto mira a rispondere a queste domande: Quali sono le conseguenze della rivoluzione in Africa? Quali impatti hanno le nuove tecnologie (internet, GSM, televisione) sulla quotidianità degli abitanti del continente?

Il webdocumentario è l’ultima tappa dell’inchiesta.
Venditori di sigarette riconvertiti in venditori di carte telefoniche, riciclatori improvvisati che disossano i vecchi computer, medici, avvocati, studenti: questo documentario ritrae la passione della società africana per i nuovi mezzi d’informazione.

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03 dicembre 2009

Disorientati o troppo orientati? Il seminario di formazione di Redattore Sociale

in: Media

283250Si è conclusa domenica 29 novembre, a Capodarco di Fermo, la XVI edizione del Seminario di formazione per giornalisti organizzato da Redattore Sociale. Come ogni anno al centro del dibattito sono stati i temi normalmente trascurati dalla cronaca, relegati al margine dai famosi “criteri di notiziabilità” che stabiliscono a priori il potenziale di interesse degli avvenimenti. Si parla di marginalità, zone liminali del quotidiano, si parla di giornalisti, del corretto modo di fare informazione per garantire il basilare diritto di informare ed essere informati nel rispetto dell’altro, della diversità, dell’umanità che tutti accomuna.

Il titolo del seminario “Disorientati. Giornalisti in cerca di bussole per capirci qualcosa” vuole esprimere il senso di disagio spesso vissuto dagli operatori della comunicazione nel nuovo mondo globalizzato, in cui i collegamenti tra causa ed effetto si perdono tra le maglie di reti sempre più confuse e lontane tra loro. C’era un bell’ambiente al seminario, la maggior parte dei partecipanti sono giovani e se questo da un lato fa ben sperare per il futuro dell’informazione, dall’altro solleva una serie di interrogativi un po’ amari circa la mancanza di disorientamento della vecchia e ben più affermata classe di professionisti.

Apre i lavori Don Vinicio Albanesi. La prima giornata, venerdì 27 novembre, gravita attorno al tema della crisi. Crisi economica, “crisi di coscienza e forse di identità”. Il filosofo Fabio Merlini, autore del libro “L’efficienza insignificante”. Saggio sul disorientamento, parla di “temporalità abbreviata” come dimensione attuale in cui si articola il discorso pubblico, una temporalità che non lascia spazio alla critica e alla riflessività necessarie alla produzione di verità accertabili che poggino su una condivisione tra chi produce la notizia e chi la riceve.

L’attuale panorama dell’informazione non consente di soffermarsi sui significati, ma si articola secondo un discorso funzionale chiamato a spettacolarizzare gli eventi e mobilitare l’attenzione secondo i parametri della sensibilità e dell’emozione, veicolando un mondo “sempre più oscillante tra tragedia e commedia”.
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11 novembre 2009

Le Afriche oltre l’Africa. Intervista a Daniele Mezzana

in: Media

Daniele 16 dic 08 BelgradoAfrica e Mediterraneo ha intervistato Daniele Mezzana, sociologo ricercatore presso il CERFE e autore di un interessantissimo blog, “Immagine dell’Africa“, molto vicino alle tematiche di nostro interesse.

Perché ti interessi dell’immagine dell’Africa?

Ho lavorato in molti progetti di studio, assistenza tecnica e formazione in Paesi africani.
Mi ha sempre colpito la grande diversità tra quello che man mano osservavo e scoprivo sulle società africane e quello che, a casa nostra, la gente comune (e molti addetti ai lavori) sanno di queste società.

Quando studiavo a Bologna negli anni ’80, mi fu molto utile la lettura, suggerita dal professor Roberto Grandi, del famoso “Rapporto MacBride” sui problemi della comunicazione nel mondo, da cui emergeva l’esistenza di un forte squilibrio tra Nord e Sud per quanto riguarda la produzione e la circolazione delle informazioni, con gravi conseguenze geopolitiche e culturali nelle relazioni tra i popoli.

Ma è stata l’esperienza della rivista online “Società africane” che mi ha portato a comprendere e a formalizzare con maggiore attenzione un grande problema purtroppo sottovalutato: il fatto che nei Paesi occidentali esistono tuttora rappresentazioni fortemente riduttive, o quanto meno incomplete, dell’Africa e degli africani, in particolare per quanto riguarda la parte sub-sahariana di questo continente.

Ad esempio, si parla giustamente molto della povertà, ma poco di quello che gli africani stessi fanno per combattere la povertà; si parla molto delle bellezze naturalistiche e della dimensione del “villaggio” e poco dell’importante realtà urbana africana, con tutti i suoi problemi aperti; si parla molto del folklore, ma poco della modernità africana; si parla molto di golpe e dittatori, ma poco delle esperienze di democratizzazione in corso e di cosa fa la società civile; o ancora, si parla molto della musica, della danza, dell’arte figurativa o anche (un po’ meno) del cinema in Africa, ma poco o nulla delle università, o delle numerose istituzioni pubbliche, private e non governative africane che svolgono ricerca scientifica e tecnologica per risolvere i problemi alimentari, sanitari, di sicurezza della gente in una prospettiva di sviluppo sostenibile e attento alle esigenze locali.
Inoltre, si parla di Africa in generale, ma non delle tante Afriche realmente esistenti.

Insomma: molti di noi conoscono l’Africa solo per alcuni suoi aspetti, per quanto importanti siano, e oltretutto spesso per sommi capi, per mitologie e per stereotipi, e tutto questo incide negativamente sulle relazioni di cooperazione e sui rapporti che abbiamo, nella quotidianità, con gli immigrati che provengono dai Paesi africani.

Di qui nasce, almeno per me (e per molti miei colleghi, amici e conoscenti), la necessità di contribuire a dare un’immagine più completa e realistica delle società africane. Il blog è uno degli strumenti che utilizzo per dare risposta a questa esigenza. Quando parlo di dare un’immagine più realistica e completa non intendo affatto affermare che l’Africa non ha problemi, anzi proprio il contrario.

L’Africa ha molti più problemi di quanto comunemente si pensi e si dica (ad esempio nei nostri media): non solo questo continente affronta le gravissime questioni economiche, politiche, sanitarie a tutti note, ma anche sfide enormi come la fuga dei cervelli, il governo della ricerca e dell’innovazione al livello nazionale e regionale, la gestione delle politiche urbane, la promozione della presenza femminile nelle società, il divario digitale, e molto altro.

Inoltre, se ci si fa caso, nel discorso corrente su questo continente si preferisce parlare di quello che “noi” facciamo per gli africani, piuttosto che di quello che gli africani fanno per affrontare le loro questioni. A volte le stesse organizzazioni umanitarie si fanno involontarie portatrici di una visione paternalistica della gente africana. Questo è un altro grande problema, di tipo culturale. C’è poi, al tempo stesso, da favorire anche una maggiore informazione e consapevolezza su quello che di positivo (e non è poco) avviene nelle società africane, dal punto di vista politico, economico, della produzione culturale, scientifica e tecnologica.

Ecco, credo che sarebbe già un passo importante promuovere presso un più ampio pubblico una conoscenza un po’ più accurata delle società e dei popoli africani, e senza dare per scontato che studiosi e intellettuali di casa nostra non abbiano bisogno anch’essi di rivedere molti luoghi comuni di cui sono spesso portatori.

Quando nel 2004 hai deciso di cominciare a bloggare che cosa ti aspettavi dalla decisione di aprire un blog? Cosa è cambiato da allora?

Lo strumento del blog, all’epoca, mi è sembrato uno strumento agile, semplice e immediato per discutere di alcuni dei temi e dei problemi che ho appena richiamato. Mi sembrava che il blog permettesse una forma di comunicazione più diretta e interattiva rispetto ai comunque indispensabili strumenti di comunicazione scientifica, come le riviste o i libri, o ad altri canali di comunicazione di massa come la radio, la televisione e i giornali.

Devo dire che i risultati sono stati per lo più conformi alle aspettative, nel senso che ho avuto effettivamente la possibilità, sia di formalizzare in modo semplice e, spero, chiaro, alcune questioni chiave sul modo in cui le società africane vengono rappresentate, sia di ricevere molti indispensabili contributi e consigli da tante persone che, in un modo o nell’altro, per lavoro, per studio, per interesse o per passione, sono interessate a questa materia. In questa maniera, si è anche creata una rete, anche se piccola, di persone appassionate all’argomento. Ma non è facile mantenere una certa continuità e qualità, a meno di non passare a un livello di impegno superiore, direi professionale; credo che questo sia un problema diffuso tra i blogger.

Qualche mese fa, ho avuto l’esigenza di dare una maggiore strutturazione dei materiali presentati nel blog nei vari post pubblicati (ad oggi sono 332). In effetti, con il tempo, le riflessioni e i documenti di un blog come il mio si accumulano, anche sulla spinta di esigenze contingenti, e spesso si fa fatica a trovare collegamenti e criteri che facilitino la lettura e un minimo di accumulazione di informazioni.

Per questo, ho creato un rudimentale sistema di tags (o parole chiave) per fornire almeno un filo rosso rispetto ai temi affrontati.

Sarebbe per me interessante esplorare ulteriori modi per leggere e rielaborare questi materiali, ma probabilmente si tratterebbe di letture e rielaborazioni che condurrebbero a sintesi (come articoli, dossier, libri, ecc.) di genere e livello diverso rispetto a quel che un blog può offrire, da un punto di vista comunicativo e della qualità dei contenuti.

I tuoi post sono molto vari per quanto riguarda gli argomenti; qual è, se c’è, un tema che reputi più importante o centrale?

Effettivamente i temi del blog sono diversi, in quanto si va dalla scienza alle religioni tradizionali, dalle società civili al giornalismo, dal calcio al rapporto città/campagna, dai fumetti al razzismo. Direi che tutti i temi in quanto tali sono importanti. Questi temi sono organizzati, grosso modo, attorno a due assi principali, che hanno varie intersecazioni: il primo è la critica delle rappresentazioni inadeguate dell’Africa; il secondo è la presentazione di informazioni su processi, fatti, gruppi umani e personaggi poco conosciuti e che invece a mio parere vale la pena di conoscere.

Se dovessi dire quali sono, più che i temi, i contenuti generali più importanti o centrali per me direi questi qui: innanzitutto il fatto che gli elementi immateriali e cognitivi (informazioni, miti, simboli, rappresentazioni collettive, ecc.) hanno un peso enorme nell’orientare scelte ed azioni nei confronti dell’Africa, o delle Afriche, anche se non ce ne rendiamo conto; in secondo luogo, che occorre far conoscere meglio e più a fondo gli attori africani, cioè le persone, le istituzioni, le organizzazioni della società civile, le imprese, gli enti di ricerca, gli enti professionali, le cooperative di donne e contadini, i media locali e nazionali, ecc..

Oggi si parla molto di Africa in generale, ma si parla poco degli attori africani e di quello che fanno, a meno che non si tratti di leader politici, di premi nobel, o di persone in difficoltà. Se si prova a fare una elementare analisi delle fotografie che corredano gli articoli o i reportages su particolari realtà africane, emerge un fenomeno che mi pare rivelativo a questo proposito, quasi un lapsus su larga scala: si preferisce rappresentare l’Africa dei bambini piuttosto che quella degli adulti. Dunque, quando leggo o sento parlare di Africa senza riferimenti ai concreti attori africani mi accorgo che manca qualcosa di molto importante, e questa assenza nel discorso sull’Africa non è mai innocente e senza danni.

Per questo trovo sia cruciale un forte intervento sul piano dell’informazione e dell’educazione critica, come sta facendo anche “Africa e Mediterraneo”.

Chi sono i lettori del blog di Daniele Mezzana?
E’ difficile avere una idea precisa di chi legge il blog. Ho solo alcuni indizi, che sono gli interventi di commento e i messaggi che mi vengono inviati privatamente.

La maggioranza di chi passa a far visita al blog sono intellettuali africani che vivono in Italia, funzionari della cooperazione internazionale, esponenti di organizzazioni non governative e professionisti (medici, avvocati, comunicatori, tecnici) che hanno lavorato o lavorano periodicamente in Africa. Poi ci sono anche persone che – per mestiere, per passione o perché svolgono una particolare attività – si interessano a vario titolo dei rapporti interculturali, di lotta al razzismo, di valorizzazione delle diversità, di relazioni internazionali. Il blog è letto anche da giornalisti, educatori e docenti universitari.

Ognuno prende qualcosa e da’ del suo, e questo mi sembra molto interessante: è un piccolo esempio di come può funzionare l’apprendimento collettivo.

Come descriveresti la situazione della blogosfera italiana in rapporto ai temi riguardanti l’Africa?

Direi che negli ultimi tempi c’è stata una evoluzione in positivo, perché sono nati diversi blog che si occupano di Africa, con un taglio informativo, di servizio o anche più semplicemente esperienziale. Bisogna poi dire che spesso molti contenuti interessanti sull’Africa vengono proposti da blog non specializzati in questo senso.
Credo comunque che, rispetto ad altri Paesi del Nord del pianeta, ci sia ancora molto da fare: parecchi blog hanno una vita breve o parecchio discontinua; inoltre (lo rilevo anche su me stesso) si fa fatica a “fare rete”, a connettersi – anche semplicemente tramite lo strumento dei links – ad altri blogs, siti o portali. Inoltre, chi apre un blog dovrebbe forse avere più chiara una propria strategia di massima, anche rispetto a quanto già fanno agenzie stampa e riviste specializzate.

Si parla molto del contributo di internet al progresso della comunicazione globale. Pensi che questo miglioramento stia valendo anche per l’Africa?
L’Africa vive più di altri continenti il divario digitale rispetto ai Paesi del Nord. Gli utenti di internet in Africa non credo arrivino al 5% della popolazione. Al tempo stesso, come mi ricordava tempo fa il direttore dell’agenzia Pana Press, l’Africa è l’area in cui si registra forse, con le dovute proporzioni, il maggiore dinamismo nella diffusione di Internet.

Tra il 2000 e il 2006, a fronte di dati assoluti fortemente deficitari, in percentuale l’Africa ha visto aumentare del 625,8% gli utenti di internet, rispetto al 195,5% del resto del mondo (che però evidentemente è più “saturo” di tale tecnologia). Nei vari Paesi africani ormai si assiste a un proliferare di siti web e blog a carattere informativo, culturale, politico, e questo è un fatto di per sé positivo. Internet offre una straordinaria opportunità per far conoscere direttamente e senza troppe distorsioni quel che gli africani pensano e fanno.

Quali sono i blog e siti di cui non potresti fare a meno?
Ce ne sono tanti, ma ne segnalo alcuni come esempi, sicuramente facendo torto a molti. Per l’informazione, direi i siti MISNA, Pana Press , Jeune Afrique, Africa Time , Africa Times News o il blog Sociolingo. Per contenuti scientifici e culturali posso citare ASA e CADE. Su temi specifici, potrei segnalare ad esempio African Traditional Religion, o AfriGadget sull’inventività e l’innovazione, o ancora Timbuktu Chronicles sull’imprenditoria africana. Altri blog sull’Africa che leggo, o ho letto, volentieri sono Blog Africa, AfroItaliani/e, Italian Blogs for Darfur, Jambo Africa, In Senegal e Afrik Blog.

Tanti altri sono citati nei links del mio blog, compreso naturalmente Africa e Mediterraneo…

Chi è che vorresti convincere ad aprire un blog?
In generale, tutti quelli che hanno qualcosa da dire, purché guardino al di là del proprio, sia pur acuto e sensibile, ombelico.

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