21 marzo Giornata internazionale contro la discriminazione.
Il 21 marzo è una data che racchiude molti significati: è l’inizio della primavera ma anche la giornata mondiale della poesia e la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale.
La scelta di tale data da parte dell’ONU non è casuale: mezzo secolo fa, il 21 marzo 1960, la polizia sudafricana massacrava 72 dimostranti a Sharpeville. Era il periodo di massima intensità delle proteste popolari contro la politica dell’Apartheid messa in atto dal National Party.
Le campagne antidiscriminazione sono un aspetto importante dell’ampio settore della comunicazione sociale. Molti pregiudizi scaturiscono dalla disinformazione, e diversi progetti comunicativi tentano di ristabilire l’equilibrio e aiutano a creare un terreno più fertile perché la maggioranza possa comprendere meglio le minoranze con cui vive.
Nella settimana dal 15 al 20 marzo coop. Lai-momo ha raccolto le testimonianze dei cittadini stranieri, invitando gli utenti degli sportelli Punto Migranti e dei corsi di italiano L2 del Distretto di Pianura Est della Provincia di Bologna a lasciare messaggi su come hanno vissuto la discriminazione e la solidarietà.
Eccone alcuni:
Granarolo, maschio
– Sono stato discriminato quella volta che…. “Un giorno una persona passava, io aspettavo l’autobus, mi ha detto ‘negro di merda‘”.
– Forse ho discriminato un’altra persona quella volta che…. “No”.
– Ho ricevuto solidarietà quella volta che… “Sì, ho ricevuto tanta solidarietà”
– Ho offerto la mia solidarietà quella volta che… “Sì, da tante persone, anche italiani”.
No luogo, no genere
– Sono stato discriminato quella volta che…. “Un giorno sono andato a scuola e ho visto un uomo, quando lui mi ha visto ha detto: “che faccia di merda”
Granarolo, femmina
– Sono stato discriminato quella volta che…. “Mi sono sentita discriminata dalla gente che frequenta lo stesso asilo dove metto il mio bimbo e che abitano a Granarolo dove abito anche io, però non ho mai avuto un passaggio da nessuno”.
Baricella, femmina
– Sono stato discriminato quella volta che…. “Sempre nel condominio i vicini di casa ci discriminano, non ci salutano neanche, dicono che i nostri bambini disturbano e piangono sempre e quando ci incontrano nel condominio non ci salutano e c’è uno del palazzo che dice agli inquilini nuovi di non salutarci e di non parlare con noi”.
– Ho ricevuto solidarietà quella volta che… “Quando ero venuta in Italia per la prima volta non sapevo nemmeno una parola e ho trovato la solidarietà di una persona che mi ha insegnato la lingua italiana per quel momento che avevo bisogno”.
– Ho offerto la mia solidarietà quella volta che… “Una signora che non riusciva a continuare il suo percorso, sono intervenuta ad aiutarla, ci sono riuscita”.
Galliera, maschio
– Ho offerto la mia solidarietà quella volta che…“In un ufficio pubblico, un utente è stato maltrattato da un dipendente pubblico perché non capiva l’italiano e chiedeva una carta. Il dipendente l’ha cacciato dal comune. Io ho spiegato al dipendente che non doveva comportarsi in quella maniera, e lui mi ha spiegato che cercava di spiegargli ma non capiva e allora si è innervosita, ha perso la pazienza. [Dopo il mio intervento] ha dato informazioni ad entrambe le parti. Tutto si è risolto grazie alla mia mediazione”.
S. Pietro in Casale, Femmina
– Sono stato discriminato quella volta che… “In piedi in autobus, una ragazza mi ha espressamente detto che devo tornare al mio paese perché occupavo spazio. Non è l’atto in sé ma la giovane età della ragazza che mi ha lasciato sbalordita. Aveva 23-25 anni”.
– Ho ricevuto solidarietà quella volta che… “Nel posto di lavoro, trattata male da una mia collega, senza che io fossi intervenuta, un’altra mia collega mi ha difesa, dicendo che io ho totale libertà di vestirmi come voglio”.
– Ho offerto la mia solidarietà quella volta che…“In un ufficio pubblico una signora è stata trattata male da un pubblico ufficiale solo perché non capiva la lingua italiana”.
San Venenzio di Galliera, Femmina
– Sono stato discriminato quella volta che…“Sono andata in una festa con le cose da mangiare, cioè le cose pakistane, però nessuno ha mangiato e qualche persona non [mi] parlava neanche. Questa cosa non mi è piaciuta molto”.
– Forse ho discriminato un’altra persona quella volta che…“Nessuna altra volta”.
– Ho ricevuto solidarietà quella volta che…“Quando sono stata ricoverata in ospedale, ho ricevuto molta solidarietà da dottori e anche da altre persone. Questo mi è piaciuto molto”.
– Ho offerto la mia solidarietà quella volta che… “Una volta sono andata al mercato di Bologna. Era molto freddo e c’era anche neve. Una signora era caduta sulla neve perché era vecchia. Le ho dato la mia mano per prenderla su e l’ho portata alla stazione dei treni con me. Quella signora è stata molto felice con me.”
Granarolo, Femmina
– Sono stato discriminato quella volta che… “Sono stata discriminata nell’autobus, per la strada, nel mio palazzo. In autobus con la mia bimba nel passeggino la gente non ti fa passare. Ti dicono che non hai il diritto”.
– Forse ho discriminato un’altra persona quella volta che…“Per me le persone sono uguali perché siamo tutti esseri umani. Siamo nati nella pancia della stessa madre (gemelli) uno chiaro e l’altro nero. La colpa non è di nessuno. Un nero respira come un bianco, ha un corpo diviso in 3 come un bianco, cammina, parla, è anche intelligente come un bianco”.
– Ho ricevuto solidarietà quella volta che…“Ho ricevuto la solidarietà di molte persone, voglio dire 4 persone almeno, e le ringrazio moltissimo della loro generosità”.
– Ho offerto la mia solidarietà quella volta che…“La mia solidarietà ciascuno l’accetta ben volentieri, alcuni no o fanno finta di no, ma in fondo la vogliono”.
Parole chiave : Lai-momo
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15 marzo 2010
Per parlare con te
Pubblichiamo l’intervento di Silvia Festi, coordinatrice dei progetti interculturali di Lai-momo, alla Conferenza sulle donne migranti dello scorso 11 marzo.
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30 dicembre 2009
Laboratorio interculturale di auto-narrazione sul corpo femminile
Venerdì 9 dicembre a Crevalcore (Bo) abbiamo presentato il CD ROM “Culture Femminili in Valigia”, che racchiude l’esperienza di un laboratorio interculturale di auto-narrazione sul corpo femminile, realizzato dalla Cooperativa Lai-momo tra il 2007 e il 2008.
Tale attività era parte del progetto “Intercultura ad Ovest”1, un’iniziativa tuttora in corso che propone un modello innovativo di lavoro di rete sul tema dell’inclusione sociale della popolazione immigrata, con specifiche azioni positive per le donne migranti.
Gli interventi orientati al femminile, previsti da tale progetto, hanno l’obiettivo di coinvolgere donne migranti e native in attività di gruppo che da un lato favoriscono l’espressione e la valorizzazione della propria identità e della cultura di appartenenza in una logica dialettica e di confronto reciproco, e dall’altro gettano le basi o rafforzano le metodologie di un agire insieme verso obiettivi comuni.
Il lavoro svolto a Crevalcore ha interessato un gruppo molto numeroso di donne migranti, complessivamente si sono avuti, infatti, circa 40 contatti con persone provenienti dal Marocco, dalla Tunisia, dal Sudan, dalla Moldavia e dal Pakistan.
Complessivamente sono stati organizzati 7 incontri della durata di 2 ore ciascuno su quattro tematiche: la cura del corpo femminile, il concetto di bellezza e il tema dell’esibizione del corpo femminile nella sfera pubblica, sia in situazioni quotidiane, sia in situazioni particolari come il matrimonio.
Il laboratorio aveva la conduzione di un’operatrice di Lai-momo e una madiatrice linguistico-culturale di lingua araba. Di volta in volta sono stati proposti gli argomenti elencati e si è favorito lo scambio di narrazioni tra le partecipanti, mentre l’operatrice aveva il compito di trascrivere le testimonianze.
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Parole chiave : Crevalcore, Laboratori, Lai-momo
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08 ottobre 2009
Una serata speciale al Bologna 2 di Calderara di Reno
Venerdì 2 ottobre si è svolta una serata speciale nell’ambito Piano di Accompagnamento Sociale al Progetto di Riqualificazione Urbana del Bologna 2, residence sito nel Comune di Calderara di Reno di 194 mini-appartamenti abitato fino a un paio d’anni fa da oltre 800 persone in massima parte migranti.
Una mostra di fotografie realizzate insieme dai ragazzi del paese e lo spettacolo “Casino’ Vertical” (nella foto), realizzato in cordata sulla parete sud del residence realizzato dalla compagnia Eventi Verticali, sono stati i momenti principali di una serata vissuta in un contesto nel quale il Comune, grazie al finanziamento della Regione, sta intervenendo con un importante progetto che ha l’ambizione di rispondere al tema della sicurezza non solamente con interventi di prevenzione e repressione, ma con un’azione strutturale che vede insieme riqualificazione urbanistica e sviluppo sociale, dialogo interculturale ed espressione artistica.
Di fronte alla platea gremita ed entusiasta, gli artisti di Eventi Verticali hanno salutato dicendo: “Da anni portiamo questo spettacolo in giro per il mondo da anni. E’ la prima volta che lo facciamo a casa nostra ed è il mondo che viene a vederci”.
Parole chiave : Arte urbana, Bologna 2, Laimomo, Riqualificazione urbanistica
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Pubblichiamo il report Esperienze_donne realizzato da Lai-momo nell’ambito del progetto Intercultura ad Ovest, nella Provincia di Bologna, nei comuni di Anzola dell’Emilia, Calderara di Reno, Crevalcore, Sala Bolognese, San Giovanni in Persiceto e Sant’Agata Bolognese.
Obiettivo del progetto è stato quello di proporre un modello innovativo di lavoro di rete sul tema dell’inclusione sociale della popolazione immigrata, in questo caso femminile. Le materie principali affrontate dai corsi sono state la scrittura creativa, l’auto-narrazione, l’espressione artistica sul corpo femminile, l’orientamento socio-linguistico e i corsi di italiano.
Potete leggere il rapporto direttamente online qui sotto, oppure scaricare il Pdf qui.
Parole chiave : Esperienze_donne, Laboratori interculturali, Laimomo, Provincia di Bologna
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Presentazione dell’articolo “Local participation and initiatives of co-development among a Senegalese migrant association in the city of Cesena” pubblicato sul numero 63 di Africa e Mediterraneo a firma di Stefano degli Uberti.
A partire dagli anni ’70 si è affermato in Italia un interesse particolare riguardo alle associazioni dei cittadini migranti. Questo interesse ha permesso di individuare un legame non automatico: quello tra il concetto di migrazione e quello di sviluppo. La migrazione avviene dal Sud del mondo al Nord e in questo caso, lo sviluppo dal Nord al Sud. Tutto prende l’avvio dalle associazioni di stranieri in terra di emigrazione. Queste infatti risultano essere attori reali dello sviluppo in quanto realizzano micro progetti rivolti al loro paese d’origine in collaborazione con altri soggetti come istituzioni locali, ONG e altre associazioni.In più non si tratta soltanto di progetti nei loro paesi d’origine, ma gli stranieri stessi e le loro associazioni diventano anche ideatori e promotori di pratiche di intercultura, educazione e comunicazione nella loro aerea di residenza.
Queste pratiche si rivolgono sia ai membri dell’associazione sia alla popolazione urbana interessata, e hanno l’obiettivo di farsi conoscere, di porsi in opposizione a un approccio comune al tema dell’immigrazione, spesso spiacevole. È stata realizzata una ricerca specifica sull’associazione Yakkar, nata nella zona di Forlì-Cesena da un immigrato di prima generazione dal Senegal, Fallou Diagne.
Questa associazione, nata nel 2001, ha saputo unire senegalesi ed italiani con l’obiettivo di promuovere integrazione in Italia e sviluppo in Senegal, evidenziando una dimensione transnazionale preziosa, dove un progetto per rafforzare una scuola senegalese è affiancato da un insieme di attività sul territorio italiano rivolte a studenti e insegnanti per portarli a riflettere sulle difficoltà dell’immigrazione.
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