29 giugno 2015

Devil comes to Koko

È partita la campagna di crowdfunding per sostenere il film Devil comes to Koko di Alfie Nze, un regista teatrale nigeriano da anni residente in Italia. Devil comes to Koko evoca, attraverso lo sguardo di Alfie Nze, due brutali episodi: la sanguinosa invasione inglese di Benin City del 1897 e lo scandalo dei rifiuti tossici scaricati nel 1987 a Koko, un villaggio nel delta del Niger, da un affarista italiano. Apparentemente scollegate fra loro le due invasioni si fondono in un’unica inquietante storia.

Nel 1987, Alfie era solo un ragazzo e la storia dei rifiuti di Koko lo aveva colpito molto. Arrivato in Italia ha deciso di mettere in scena uno spettacolo teatrale ispirato alla vicenda. Per questo è partito per la Nigeria per incontrare gli abitanti del villaggio e, tornato in Italia, ha iniziato le prove di uno nuovo spettacolo. Il documentario lo segue in questo progetto.

Opera prima del regista, Devil comes to Koko è stato prodotto indipendentemente da Koko Krew, un gruppo di persone che hanno creduto nel progetto e stanno lavorando con Alfie perché il film possa essere concluso e diffuso in tutto il mondo. Le riprese sono state effettuate a Benin City, nel villaggio di Koko in Nigeria e nello spazio occupato di Macao, a Milano. Il film ha ricevuto il premio Mutti 2013 ma è una produzione indipendente e per questo è stata lanciata una campagna di crowdfunding su Indiegogo.

La campagna di crowdfunding ha l’obiettivo di raccogliere 10.000€, cifra minima necessaria a terminare il film. La campagna del film è gemellata con il progetto Adotta un albero promosso dall’associazione Sunugal: parte dei fondi raccolti contribuiranno a piantare alberi da frutta in Senegal.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/devil-comes-to-koko/trackback/

17 giugno 2015

Oggi come allora, chi chiede rifugio?

E’ uscito questa settimana lo spot di Bologna cares!, la campagna di comunicazione del Progetto SPRAR (Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati) del Comune di Bologna.

Il video propone un parallelismo tra i grandi personaggi della storia che sono stati costretti a lasciare il proprio paese a causa di regimi politici repressivi e gli attuali rifugiati e richiedenti asilo che arrivano in Italia dall’Africa subsahariana o dalla Siria. Perché anche Dante, Einstein e Chopin hanno dovuto fuggire, ma oggi sono ricordati non per la loro storia tragica da esiliati ma per le grandi cose che hanno realizzato. E anche oggi, i profughi che scappano da situazioni drammatiche in Africa, Siria, Afghanistan, Iran, etc., arrivano in Italia con la loro personalità, i loro talenti e le loro aspirazioni. In poco più di due minuti, lo spot di Bologna cares! Permette allo spettatore di immaginare la storia dietro ognuna delle facce anonime che sono solitamente rappresentate dai media come una folla anonima stretta a bordo di un barcone.

Il video è diventato virale su Facebook in poche ore ed è anche stato condiviso da Repubblica Bologna, Redattore Sociale e Bologna Today. Lo riproponiamo anche su questo blog, buona visione!

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/oggi-come-allora-chi-chiede-rifugio/trackback/

08 giugno 2015

Mr Black: diversity in colours! Quando razzismo e discriminazione si combattono a scuola in stop-motion

“Qua non c’è lavoro nemmeno per noi…”, “Sono troppi! Ma come fa l’Italia ad accogliere tutti?” e ancora “Non è questione di razzismo, ma i Rom proprio no!”. Queste sono le riflessioni da cui siamo partiti per affrontare il tema della migrazione e della lotta al razzismo durante i laboratori interculturali realizzati presso la classe 4L1 del Liceo Artistico di Bologna.

Partendo dal materiale prodotto all’interno del progetto europeo “ComiX4= Equality”, un gruppo di studenti dell’IsArt si sono cimentati nella realizzazione di un video in stop-motion, animando uno dei personaggi a fumetti vincitori del concorso ComiX4= Equality: Mr Black. Gli studenti sono così diventati sceneggiatori, disegnatori, scenografi e fotografi e, suddivisi in gruppi, hanno lavorato alla realizzazione del video. Carta colorata, forbici, matite e fotocamere hanno aiutato gli studenti in questo percorso laboratoriale che si è concluso con la realizzazione di “Mr Black: diversity in colours”.

Il tema affrontato in classe e su cui doveva basarsi il video non era sicuramente tra i più divertenti, neppure tra i più approfonditi a scuola. La migrazione, l’inclusione sociale, la lotta contro ogni forma di discriminazione, non rientrano solitamente tra le priorità e tra gli argomenti preferiti di un ragazzo o di una ragazza di 17 anni. Il più delle volte si tratta di notizie da telegiornale, da talk show politico che si ascoltano ormai quotidianamente ma che raramente si approfondiscono con la dovuta attenzione.

Così ci siamo trovati a lavorare sugli stereotipi e sui pregiudizi, a cercare di decostruirli e ad abbattere quelle convinzioni che avevamo fatto nostre senza rifletterci troppo sopra e attraverso le quali siamo abituati a pensare all’altro.

Certo, parlare di pregiudizi in un momento come quello attuale non è stato semplice, l’Italia sta attraversando un periodo difficile, di grande crisi socio-politica, in cui i capri espiatori continuano ad essere i più deboli e inascoltati della società, primi fra tutti gli immigrati, i rifugiati o richiedenti asilo. Ma come leggere questi fenomeni? Noi ci abbiamo provato attraverso alcuni giochi di riflessione, come l’Immigration quiz che ci ha aiutato a capire quanto ne sappiamo realmente di immigrazione e la visione di video e immagini storiche che poi abbiamo commentato insieme. Allora sì, la prospettiva è un po’ cambiata: “I richiedenti asilo sono solo lo 0,15% della popolazione? Pensavo fossero milioni!” oppure “Non ci credo che la criminalità non sia aumentata di nemmeno un punto percentuale negli ultimi anni!” e ancora “Per lo Stato Italiano l’immigrazione è quindi una risorsa economica?!” e infine “I Rom sono tra i 130 e i 150 mila? E noi siamo circa 60 milioni? Sì, è difficile che siano la causa di tutti i mali…”.

Durante la seconda fase del laboratorio bisognava riordinare le idee, le nuove conoscenze acquisite e creare la storia per il video. Forse questo è stato il momento più impegnativo, si è discusso a lungo su quali avventure far vivere a Mr Black e, soprattutto, quale messaggio si voleva comunicare. Alcuni si sono concentrati sul concetto di uguaglianza “la terra è una ed è di tutti, siamo tutti cittadini del mondo non di un unico paese…” Altri si sono concentrai sul concetto di diversità: “un mondo pieno di diversità è un mondo più ricco”. Ed è su questo che alla fine si è deciso di lavorare. Sulla bellezza di un mondo in cui le culture si incontrano e ci si arricchisce reciprocamente; il video spiega perfettamente questo concetto.

È arrivato poi il momento di passare dall’idea ai fatti. Gli sceneggiatori hanno scritto la sceneggiatura, pensato alle frasi di stacco e congiunzione tra una scena e l’altra e al messaggio finale; gli scenografi hanno iniziato a costruire i tre mondi in cui si svolgono le azioni; i disegnatori hanno realizzato i personaggi che arricchiscono il cammino di Mr Black e infine le foto, le luci da sistemare, la coerenza da mantenere tra una scena e l’altra. Infine, con circa 1200 foto scattate si è potuto iniziare il montaggio del video.

Siamo giunti così all’incontro finale, in cui i ragazzi hanno visto in anteprima tutto il loro lavoro montato in un unico video. Nonostante il caldo e l’ultimo giorno di scuola gli studenti erano tutti presenti e molto curiosi di vedere il lavoro finito, che è piaciuto e di cui tutti erano soddisfatti. È finito così un altro anno scolastico, magari con qualche stereotipo in meno e un pizzico di apertura in più.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/mr-black-diversity-in-colours/trackback/