19 gennaio 2016

A scuola per sfatare alcuni miti sull’immigrazione!

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In che modo i media influiscono sulla nostra percezione della realtà? Quanti sono i richiedenti asilo in Italia? E quanti gli italiani residenti all’estero?

Africa e Mediterraneo prosegue con le sue attività di educazione interculturale in diverse scuole italiane. L’obiettivo è quello di dialogare con gli studenti e accompagnarli verso una conoscenza e comprensione critica dei fenomeni attuali, verso il superamento dei pregiudizi e la comprensione dell’altro. Il progetto Media4= Media for Equality, cofinanziato dalla Tavola Valdese a settembre 2015, ha l’obiettivo di incoraggiare il dialogo interculturale e promuovere una cultura antirazzista tra le giovani generazioni in 3 regioni italiane: Emilia Romagna, Piemonte e Sardegna.

Ma come farlo? Conoscendo, conoscendosi, aprendosi verso ciò che si crede di sapere o che non si conosce e sapendo che lo stereotipo tradisce se stesso nel momento in cui lo si va ad analizzare.

Il percorso didattico è suddiviso in due momenti, una prima fase di lettura-riflessione attraverso i materiali educativi di Africa e Mediterraneo: i fumetti realizzati dai giovani europei con background migrante e quelli realizzati dagli artisti africani che in vario modo negli anni hanno collaborato con la nostra associazione. La seconda fase è quella più appassionante per gli studenti: tavole a fumetto, murales e ricette anti-razziste per gli istituti alberghieri sono i materiali da realizzare durante i laboratori.

A Bologna, in cui la fase laboratoriale sta per concludersi, vogliamo condividere l’esperienza della 3A dell’IC12. La 3A ha incontrato 3 richiedenti asilo ospitati presso una struttura di accoglienza della città, e insieme stanno lavorando alla realizzazione del murales anti-razzista. “Ci racconti come vive un ragazzino di 12 anni nel tuo paese? Come vedi il tuo futuro in Italia? Ti piace la pizza? Che musica ascolti?” Queste sono alcune delle domande che gli studenti hanno posto ai tre ragazzi che hanno ospitato in classe, condividendo parte delle loro esperienze e punti di vista. Suddivisi in gruppi, gli studenti hanno poi lavorato alla creazione dell’immagine da realizzare sul muro e dopo gli auguri e i regali di Natale, il muro della scuola inizia finalmente a prendere forma.

I laboratori stanno per iniziare anche ad Alghero e a Torino, continuate a seguirci!

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17 dicembre 2015

Salviamo Samandal dalla censura

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L’organizzazione non-profit libanese Samandal chiede aiuto alla comunità di lettori e del web per combattere la censura. Samandal pubblica dal 2007 antologie di fumetti, e ospita eventi legati al mondo del fumetto.

Nel 2009, tre dei quattro editori sono stati accusati dallo Stato libanese di incitare al conflitto settario, di denigrare la religione, di pubblicare false notizie, e di diffamare “personalità cristiane”, in riferimento a pannelli pubblicati nel numero 7, intitolato “Revenge”.

Samandal ricorda però che i pannelli sono stati letti fuori dal loro contesto, e interpretati attraverso il filtro di una lettura strettamente settaria. Dopo cinque anni di causa, Samandal è stato condannato a pagare 30 milioni di Lire libanesi.

Questa somma rappresenta una dura prova per l’ONG, che ha annunciato che il numero “Geography”, pubblicato recentemente, potrebbe essere l’ultimo.

Per saperne di più, guardate il video realizzato da Samandal per la campagna di crowdfunding e visitate la loro pagina su Indiegogo!

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14 ottobre 2015

The Creative Memory of the Syrian Revolution

Home is where one starts from

“Home is where one starts from”, di Diala Brisly

Le notizie che arrivano dalla Siria sui nostri giornali parlano di distruzione e di esilio. Esiste però un’altra realtà in Siria, fatta di persone della società civile, attivisti e artisti che continuano a resistere, nonostante tutto. E’ di questa Siria che ci parla la piattaforma The Creative Memory of the Syrian Revolution – la memoria creativa della rivoluzione siriana, attraverso variatissime forme di espressione artistica come il fumetto, i murales, le vignette, la musica, la fotografia, la scultura e tante altre ancora.

Il sito propone contenuti in arabo, inglese e francese, in modo da poter raggiungere un ampio pubblico anche nei Paesi europei. Una mappa integrata al sito permette di collocare i contenuti grazie ad un sistema di tag geografici, che consente di dare una fotografia della situazione in Siria.

La piattaforma risponde al bisogno urgente di documentare la realtà siriana, ma ha anche l’obiettivo di archiviare la creazione straordinariamente prolifica degli artisti e intellettuali siriani che continuano a far esistere il movimento rivoluzionario. Mentre arrivano costantemente notizie di distruzione che minacciano il patrimonio storico e culturale siriano, i Siriani continuano a rinnovare il patrimonio culturale virtuale che prova che non sono ancora sconfitti.

La piattaforma dispone anche di una pagina Facebook et di un profilo Twitter. Da seguire e condividere!

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08 giugno 2015

Mr Black: diversity in colours! Quando razzismo e discriminazione si combattono a scuola in stop-motion

“Qua non c’è lavoro nemmeno per noi…”, “Sono troppi! Ma come fa l’Italia ad accogliere tutti?” e ancora “Non è questione di razzismo, ma i Rom proprio no!”. Queste sono le riflessioni da cui siamo partiti per affrontare il tema della migrazione e della lotta al razzismo durante i laboratori interculturali realizzati presso la classe 4L1 del Liceo Artistico di Bologna.

Partendo dal materiale prodotto all’interno del progetto europeo “ComiX4= Equality”, un gruppo di studenti dell’IsArt si sono cimentati nella realizzazione di un video in stop-motion, animando uno dei personaggi a fumetti vincitori del concorso ComiX4= Equality: Mr Black. Gli studenti sono così diventati sceneggiatori, disegnatori, scenografi e fotografi e, suddivisi in gruppi, hanno lavorato alla realizzazione del video. Carta colorata, forbici, matite e fotocamere hanno aiutato gli studenti in questo percorso laboratoriale che si è concluso con la realizzazione di “Mr Black: diversity in colours”.

Il tema affrontato in classe e su cui doveva basarsi il video non era sicuramente tra i più divertenti, neppure tra i più approfonditi a scuola. La migrazione, l’inclusione sociale, la lotta contro ogni forma di discriminazione, non rientrano solitamente tra le priorità e tra gli argomenti preferiti di un ragazzo o di una ragazza di 17 anni. Il più delle volte si tratta di notizie da telegiornale, da talk show politico che si ascoltano ormai quotidianamente ma che raramente si approfondiscono con la dovuta attenzione.

Così ci siamo trovati a lavorare sugli stereotipi e sui pregiudizi, a cercare di decostruirli e ad abbattere quelle convinzioni che avevamo fatto nostre senza rifletterci troppo sopra e attraverso le quali siamo abituati a pensare all’altro.

Certo, parlare di pregiudizi in un momento come quello attuale non è stato semplice, l’Italia sta attraversando un periodo difficile, di grande crisi socio-politica, in cui i capri espiatori continuano ad essere i più deboli e inascoltati della società, primi fra tutti gli immigrati, i rifugiati o richiedenti asilo. Ma come leggere questi fenomeni? Noi ci abbiamo provato attraverso alcuni giochi di riflessione, come l’Immigration quiz che ci ha aiutato a capire quanto ne sappiamo realmente di immigrazione e la visione di video e immagini storiche che poi abbiamo commentato insieme. Allora sì, la prospettiva è un po’ cambiata: “I richiedenti asilo sono solo lo 0,15% della popolazione? Pensavo fossero milioni!” oppure “Non ci credo che la criminalità non sia aumentata di nemmeno un punto percentuale negli ultimi anni!” e ancora “Per lo Stato Italiano l’immigrazione è quindi una risorsa economica?!” e infine “I Rom sono tra i 130 e i 150 mila? E noi siamo circa 60 milioni? Sì, è difficile che siano la causa di tutti i mali…”.

Durante la seconda fase del laboratorio bisognava riordinare le idee, le nuove conoscenze acquisite e creare la storia per il video. Forse questo è stato il momento più impegnativo, si è discusso a lungo su quali avventure far vivere a Mr Black e, soprattutto, quale messaggio si voleva comunicare. Alcuni si sono concentrati sul concetto di uguaglianza “la terra è una ed è di tutti, siamo tutti cittadini del mondo non di un unico paese…” Altri si sono concentrai sul concetto di diversità: “un mondo pieno di diversità è un mondo più ricco”. Ed è su questo che alla fine si è deciso di lavorare. Sulla bellezza di un mondo in cui le culture si incontrano e ci si arricchisce reciprocamente; il video spiega perfettamente questo concetto.

È arrivato poi il momento di passare dall’idea ai fatti. Gli sceneggiatori hanno scritto la sceneggiatura, pensato alle frasi di stacco e congiunzione tra una scena e l’altra e al messaggio finale; gli scenografi hanno iniziato a costruire i tre mondi in cui si svolgono le azioni; i disegnatori hanno realizzato i personaggi che arricchiscono il cammino di Mr Black e infine le foto, le luci da sistemare, la coerenza da mantenere tra una scena e l’altra. Infine, con circa 1200 foto scattate si è potuto iniziare il montaggio del video.

Siamo giunti così all’incontro finale, in cui i ragazzi hanno visto in anteprima tutto il loro lavoro montato in un unico video. Nonostante il caldo e l’ultimo giorno di scuola gli studenti erano tutti presenti e molto curiosi di vedere il lavoro finito, che è piaciuto e di cui tutti erano soddisfatti. È finito così un altro anno scolastico, magari con qualche stereotipo in meno e un pizzico di apertura in più.

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18 maggio 2015

Ed ecco a voi i vincitori di Africa Comics!

Come è noto, sono le donne che lavorano per mandare avanti la famiglia nell’Africa rurale. Ma ogni tanto si arrabbiano e pretendono un po’ di iniziativa da parte dei loro “meditativi” mariti… e allora succede che questi, puntando più sull’ingegno che sul lavoro concreto, riescono occasionalmente a portare a casa qualcosa. E’ la filosofia di base del fumetto Pour une histoire de plantain, di Ngande Djialeu Martial, fumettista camerunese che ha vinto la categoria Cibo e sovranità alimentare del premio Africa e Mediterraneo per il migliore fumetto inedito di autore africano. Con amaro sarcasmo ci vengono presentate miseria, cattiveria (evidenziata dal tratto caricaturale del disegno) e capacità di “se débrouiller” in un processo che non apre nessuna speranza per uno sviluppo concreto.

Pour une histoire de plantain

 

Un’ironia leggera dà il tono giusto alla storia vincitrice della categoria Internet e social network in Africa, Rentrer chez moi di Anthony Kokouvi Dodjivi, fumettista togolese. L’irresponsabile e ambizioso Kokou ogni giorno affronta in bicicletta i 47 chilometri che lo separano dal cybercafé in città, dove naviga ore cercando di “accalappiare” una “bianca” per una relazione che può risolvere tutti i suoi problemi. Un bel giorno una “abbocca”, ma quando si presenta al villaggio di persona si rivela essere una futura sposina non proprio giovane e fresca…

Rentrer chez moi

Per la categoria Soggetto Libero, la giuria ha eletto vincitore il fumetto Soulèvement di Rais Brahim, fumettista e insegnante d’arte marocchino, narrazione costruita senza parole ma con immagini evocative e fortemente simboliche, delineate con tratto leggero e frammentato, in cui si può riconoscere l’origine della primavera araba, con il sacrificio dell’ambulante Mohammad Bouazizi a Sidi Bouziz.

Soulèvement

Una giuria internazionale, composta da Sandra Federici di Africa e Mediterraneo, Christophe Ngalle Edimo, Adjim Danngar, Al’Mata dell’associazione L’Afrique Dessinée, Andrea Artusi della Sergio Bonelli Editore, e Alessandro Girola del United Nations Alliance of Civilisations, ha valutato e selezionato i 3 vincitori di questa edizione del concorso Africa Comics, iniziato nel 2002 e che ha ricevuto più di 600 storie da 25 Paesi Africani nel corso degli anni. Il premio ha monitorato e fatto venire alla luce talenti più o meno giovani, consegnando al pubblico ogni due anni una antologia in cui emergono nuovi stili, storie, tecniche, ma soprattutto le personalità degli autori, alcuni dei quali hanno confermato le scelte delle giurie affermandosi in seguito nel fumetto internazionale.

Comunicato stampa

Communiqué de presse

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08 aprile 2015

Se ti chiami Mohmamed…

 

Se ti chiami Mohamed - copertina

“Quando entri alla Renault, guardano come ti chiami. Se ti chiami Mohamed, ti mandano in catena di montaggio. Mohamed o Khémais, eh, è la stessa cosa!”

Così inizia il graphic novel di Jérome Ruillier Se ti chiami Mohamed, tradotto dal francese da Ilaria Vitali e uscito in Italia dall’editrice Il Sirente nel 2015 nella collana Altriarabi. Jérôme Ruillier è nato nel 1966 a Fort-Dauphin (Madagascar). Ha studiato presso la scuola degli ‘Arts Décoratifs’ di Strasburgo nell’atelier di illustrazione. Più appassionato dalle montagne e dall’alpinismo che dal disegno, è espulso in primo anno, per poi ricominciare l’anno seguente.

Siamo andati alla presentazione del libro presso l’Alliance Française di Bologna, ed abbiamo scoperto così un libro di grande forza che racconta le vite dei tanti “Mohamed” maghrebini immigrati in Francia. Liberamente ispirato al best-seller “Mémoires d’immigrés” di Yamina Benguigui, Se ti chiami Mohamed propone una serie di ritratti divisi in tre categorie: i padri, le madri, i figli. Si chiamano Abdel, Farid, Fatma, Wahib o Naima e vengono dall’Algeria o del Marrocco; qualcuno ci ha vissuto, altri sono nati in Francia e conoscono il paese d’origine dei genitori grazie ai due mesi passati al “bled”, il paese, durante le vacanze estive. Ogni ritratto è unico, perché rispecchia vite e personalità che, anche se talvolta si somigliano, sono comunque estremamente diverse.

Ahmed rivede il suo arrivo nel ’57 a Lione con la sua famiglia; aveva 11 anni. E’ cresciuto con il sogno di tornare a vivere in Algeria, un sogno che non l’ha mai abbandonato e che ha cercato a tutti i costi di trasmettere ai propri figli che, però, si sentono a casa in Francia. Ahmed accetta le scelte dei figli, pur essendo cosciente delle discriminazioni che dovranno subire: “A Djamel, gliel’ho sempre ripetuto: “Attento, devi fare meglio degli altri, perché in caso di parità non passerai tu.”” Djamel l’ha preso alla lettera ed ha vinto la medaglia d’oro di judo ai giochi olimpici!

E’ totalmente diversa invece la storia di Yamina, che racconta il matrimonio forzato al quale ha tentato invano di sottrarsi, la sua vita da donna sposata reclusa in casa prima del suo divorzio a quarant’anni, quando scopre con Paul Eluard il vero senso della parola “libertà”.

Naima, nata in Francia da genitori algerini, parla della sua scelta di portare il velo, alla differenza di sua madre e contro il parere di suo padre. Fin dai primi giorni che indossa l’hijab, si scontra con reazioni di odio e di intolleranza da tutte le parti, dagli insulti di una signora sul metrò al rifiuto del dentista di curarla se non se lo toglie. Naima tiene duro, e non rinuncerà alla sua scelta.

E così prendono forma, in bianco e nero, i destini ordinari o straordinari di queste donne e uomini che spesso affrontano discriminazioni, umiliazioni e ingiustizie. Sotto la matita di Jerome Ruillier, i personaggi prendono tutti l’apparenza di gatti, in modo che il lettore non focalizzi l’attenzione sulle differenze di colore di pelle. Dando un corpo a questi immigrati, dando loro delle forme universali, volutamente semplici, che si avvicinano agli archetipi di libi per bambini, Ruillier consente al lettore di proiettarsi nelle storie, di mettersi letteralmente al posto dei lavoratori che hanno lasciato la propria terra per venire a lavorare in un paese che accetta di loro solo le braccia. Una cosa è sicura, è che le loro storie li rendono infinitamente umani, e raccontano una parte di storia troppo spesso dimenticata ma che riguarda ognuno di noi. Da leggere assolutamente!

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20 marzo 2015

Fumetti africani: la mostra Waka Africa a Parigi

La mostra Waka Africa a Parigi.

La mostra Waka Africa a Parigi.

Sono rimasti pochi giorni per andare a vedere Waka Africa,  la mostra di fumetti, caricature e collage che riunisce delle opere degli artisti africani dell’associazione l’Afrique dessinée. Un tuffo dell’Africa urbana contemporanea rappresentata dalle matite degli artisti, e un mosaico di ritratti di Africani e del posto che occupano in questo continente in costante movimento. La mostra esplora vari aspetti delle società africane, spaziando dal rapporto con l’altro alla questione del potere e del denaro, all’immigrazione…

Tra gli artisti esposti figurano Adjim Danngar e Al’Mata, fumettisti con i quali Africa e Mediterraneo collabora da vari anni, ma anche del presidente dell’associazione Christophe N’Galle Edimo, di Bertin Prosper Amanvi, Chrisany, Fifi Mukuna, Rafaël Espinel, Simon Pierre Mbumbo, Faustin Titi et Willy Zekid.

 

 

La mostra è ospitata dalla Biblioteca Universitaria Jean Dausset fino al 26 marzo. Un’iniziativa di qualità, che racconta un’Africa lontana dagli stereotipi.

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09 febbraio 2015

Le matite non stanno ferme

Foto di Cartooning for Peace

Foto di Cartooning for Peace

L’Institut français e Cartooning for Peace hanno collaborato alla circolazione nel bacino del Mediterraneo e nell’Europa del sud della mostra Cartooning for Peace e hanno organizzato alcuni incontri aperti al pubblico con i fumettisti in presenza di Plantu, famosissimo vignettista di Le Monde. Il prossimo appuntamento è a Gerusalemme il 12 febbraio.

Nato nel 2006 da un incontro a New York tra Plantu e l’allora segretario generale dell’ONU Kofi Annan (Premio Nobel per la Pace nel 2001), Cartooning for Peace è un’associazione che difende la libertà di espressione dei fumettisti di tutto il mondo e ad oggi raggruppa più di 130 artisti. Attraverso numerosi dibattiti e mostre di fumetti, Cartooning for Peace mira a sensibilizzare il pubblico dei giovani a temi quali: la censura e la libertà di espressione, la tolleranza religiosa, i diritti universali dell’uomo, il rispetto dell’ambiente e la situazione in Medio Oriente.

Gli incontri con i professionisti della matita di tutte le nazionalità promuovono un ricco scambio di opinioni e favoriscono il riconoscimento del lavoro giornalistico dei fumettisti. Una delle punte di diamante del movimento “Cartooning for Peace” è il suo coinvolgimento in Medio Oriente.

 

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20 gennaio 2015

Gli studenti di Alghero protagonisti contro le discriminazioni: l’evento conclusivo di “ComiX4= Comics for Equality – Sardegna”

La classe III A Eno I.I.S. "Piazza Sulis" presenta le ricette antirazziste

La classe III A Eno I.I.S. “Piazza Sulis” presenta le ricette antirazziste

È facile parlare di lotta al razzismo e alle discriminazioni, ma a volte la presenza di persone percepite come “diverse”, se avviene con arrivi improvvisi e non spiegati, può suscitare paura o quanto meno diffidenza. È quello che è successo ad Alghero con l’arrivo dei circa 44 migranti, ospitati nella struttura di accoglienza del Vel Marì. E allora perché non cogliere l’occasione per discuterne insieme, per confrontare i diversi punti di vista e affrontare le novità con più calma e consapevolezza? Anche questo è quello che abbiamo provato a fare durante i laboratori interculturali realizzati con gli studenti di Alghero all’interno del progetto “ComiX4= Comics for Equality – Sardegna”, ormai giunto al termine.

Martedì 16 dicembre, presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Piazza Sulis” Alghero si è svolto l’evento conclusivo del progetto “ComiX4= Comics for Equality – Sardegna”, sostenuto dalla Fondazione Banco di Sardegna, dalla Commissione Europea e dall’associazione  Africa e Mediterraneo.
Il progetto è stato realizzato dall’Istituto d’Istruzione Superiore “Piazza Sulis” – Alghero, in partenariato con l’associazione Africa e Mediterraneo, l’Istituto Comprensivo N 1 e l’Istituto Comprensivo N 3 di Alghero.

Partendo dalle esperienze già realizzate e dal materiale prodotto all’interno di diversi progetti europei, l’associazione Africa e Mediterraneo ha coinvolto quattro classi dei diversi Istituti scolastici partner del progetto in una serie di laboratori didattici interculturali basati sull’uso di differenti strumenti comunicativi: mini fanzine a fumetti, video in stop motion, ricette illustrate e il murales. L’obiettivo di creare dei prodotti comunicativi divertenti e allo stesso tempo ricchi di significato è andato di pari passo con il voler accompagnare gli studenti verso una conoscenza e comprensione critica di fenomeni attuali, come il razzismo, la xenofobia e il superamento dei pregiudizi per una maggiore comprensione delle differenti espressioni culturali, cogliendone gli aspetti di arricchimento reciproco.
In occasione dell’incontro finale sono stati presentati i lavori realizzati dagli studenti durante il percorso laboratoriale.

È importante sottolineare come i laboratori interculturali realizzati siano coincisi con l’apertura del primo centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo di Alghero. Questo tema ha colpito molto gli studenti che hanno approfittato del percorso laboratoriale per comprendere meglio alcune questioni legate al tema dei rifugiati e dei richiedenti asilo. La questione del centro di accoglienza, infatti, ha inizialmente suscitato dei momenti di acceso dibattito tra i ragazzi, la maggioranza dei quali non riusciva a comprendere che cosa stesse succedendo nella propria città e a “prendere una posizione” chiara rispetto ad alcuni commenti di connotazione razzista che si leggevano sui media locali. I momenti di condivisione delle opinioni si sono rivelati fondamentali per analizzare, con l’aiuto dell’animatrice interculturale e degli insegnanti, il tema in questione al di là di ogni pregiudizio e paura. Significativi a questo proposito sono i lavori prodotti a conclusione dei laboratori dagli studenti e realizzati con l’aiuto dell’illustratore Francesco Venturi, in arte TAF (http://comicsforequalitysardegna.tumblr.com/).
All’incontro, oltre alle classi aderenti al progetto con i rispettivi docenti, hanno partecipato alcuni dei ragazzi ospitati nel centro rifugiati e richiedenti asilo Vel Marì di Alghero, gli studenti hanno potuto ascoltare alcune riflessioni, impressioni e le storie di alcuni dei ragazzi del centro che hanno preso parola.

Inoltre, gli invitati hanno potuto degustare il ricchissimo buffet gentilmente preparato e offerto dagli studenti della classe III A Enogastronomia dell’Istituto alberghiero.
Visto il successo del progetto, gli insegnanti e le scuole coinvolte hanno manifestato la volontà di replicarlo e alcuni progetti sono già in cantiere per il prossimo anno scolastico.
Congratulazioni agli studenti e a tutte le persone coinvolte nel progetto per l’ottimo risultato conseguito!

Link ai lavori degli studenti: http://comicsforequalitysardegna.tumblr.com

L'evento conclusivo del progetto ComiX4= Comics for Equality Sardegna

L’evento conclusivo del progetto ComiX4= Comics for Equality Sardegna

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08 gennaio 2015

Charlie Hebdo: la partecipazione di fumettisti e vignettisti africani

 

Dopo l’assalto terroristico al giornale satirico francese Charlie Hebdo, diversi artisti africani hanno voluto ricordare i loro colleghi scomparsi con disegni, fotografie e messaggi di solidarietà. Abbiamo voluto raccogliere alcune delle loro testimonianze:

  • Il disegnatore gabonese Pahé racconta il suo incontro con Tignous e  Cabu e dedica loro il disegno di due poliziotti che gli ha causato due giorni di prigione in Gabon.
  • Anche Pov dal Madagascar ha voluto dare un segnale su Facebook.
  • Tembo Kash, tra gli autori più riconosciuti della Repubblica democratica del Congo, ha immaginato un supereroe indignato per la morte di altri “freedom fighters”.
  • Geniale e delicata vignetta di Hallain Paluku, congolese, autore nel 2008 di “Bana boul”, primo disegno animato in lingala. Paluku pubblica la foto di un incontro con Tignous in Camerun.
  • Il nigeriano Tayo Fatunla, autore riconosciuto in Inghilterra, ha ricordato così i suoi colleghi.
  • Farahaingo da Antananarivo (Madagascar) dedica questa vignetta ai fumettisiti scomparsi.
  • Il Centre Africain de la Caricature insieme al Festival “KARIKA’FÊTE” (Fête internationale de la caricature et de l’humour dessiné) e alla filiale congolese di Cartoonists Rights Network Internationale, ha lanciato un’iniziativa in solidarietà di Charlie Hebdo chiedendo contributi da fumettisti di tutto il mondo per organizzare un’esposizione itinerante.

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