26 novembre 2013

In Repubblica Centrafricana cresce la tensione: su Facebook la testimonianza del fumettista Didier Kassaï

Disegno di Didier Kassaï

Oggi Laurent Fabius, ministro degli esteri francesi, ha confermato che la Francia interverrà in Repubblica Centrafricana, dove dal marzo scorso il governo di Bozizé è stato rovesciato dalla Séléka, coalizione di forze ribelli di ispirazione musulmana, capeggiata da Michel Djotodia. Le forme dell’intervento non sono ancora chiare, la Francia ha comunque sollecitato l’ONU a muoversi, trasformando la MISCA, forza armata panafricana ora presente nel Paese, in forza dell’ONU di peace keeping, con l’invio di caschi blu che ristabiliscano le condizioni di sicurezza e proteggano i civili.

Human Rights Watch ha accusato i ribelli della Seleka di uccisioni di civili e gravi devastazioni e incendi. Anche se secondo gli osservatori internazionali questa guerra civile non è cominciata come un conflitto religioso, i recenti attacchi a moschee e chiese fanno temere scenari come quelli passati, in cui l’ONU non si è mosso in tempo per evitare il genocidio. Man mano che la guerra prosegue, sempre più i giovani centroafricani sono spinti a entrare nella guerra. L’UNICEF ha stimato che ci sono attualmente 6.000 bambini soldato che stanno combattendo nel paese.

Il fumettista Didier Kassaï (D’Dikass), vincitore della edizione 2005-2006 del Premio Africa e Mediterraneo per il migliore fumetto inedito di autore africano con la storia Azinda et l’horreur d’un mariage forcé, tiene sul suo profilo Facebook una cronaca della vita quotidiana a Bangui, capitale del Centrafrica. E’ interessante leggere commenti come questo “Da quando la Séléka è al potere ci vienne proibito tutti: viaggiare con sale e zucchero in grande quantité è proibito, la vendida di machette e girare in moto anche… presto ci proibiranno di andare a letto con le nostre mogli”, oppure “Presto il coprifuoco. Ci chiudiamo in casa e finiamo le ultime bottiglie di vino rosso (adulterato o no)”.

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22 gennaio 2010

L’Africa in Israele, quando la cooperazione culturale funziona (quella francese)

MoshekwaLangaNonostante i tagli di Sarkozy la diplomazia culturale francese continua ad essere molto forte e visibile. Il museo Herzliya Museum of Contemporary Art (città che fa parte del distretto di Tel Aviv) sta ospitando in questi giorni una mostra che si fa notare:

Herzliya Museum of Contemporary Art is please to announce the opening of the exhibition A Collective Diary, a Contemporary African Journey. The exhibition, which opens on 9 January 2010, will encompass the entire museum, featuring photographs, video works, sculptures, collages, installations and paintings by twelve contemporary African artists, from the region stretching south of the Sahara.  

In A Collective Diary, a Contemporary African Journey the curators present the results of a thoughtful exploration into contemporary African art, an almost completely obscured art in our area. This is a golden opportunity for the Israeli audience to be acquainted with art works that draw on different cultural experiences, while they address the human condition shared by all of us.

A Collective Diary, a Contemporary African Journey is a journey to the depths of the African “self” within the contemporary globalism. Each and every artist in the exhibition deals in his or hers own way with questions of identity and belonging, and in particular with national, familial, personal and individual identity, within the world of contemporary art and media.

Questi gli artisti coinvolti: El Anatsui, William Adjété Wilson, Samuel Fosso, Myriam Mihindou, Moshekwa Langa, Michèle Magema, Bili Bidjocka, Zwelethu Mthethwa, Aimé Ntakiyica, Dilomprizulike, IngridMwangiRobertHutter, Joël Andrianomearisoa

La mostra è curata dal franco-camerunese Simon Njami e dalla curatrice franco-israeliana Mikaela Zyss, qui trovate le schede di tutti gli artisti presenti alla mostra e una descrizione delle opere presentate.

L’iniziativa è promossa da diversi sponsor, tra i quali Culturefrance, il settore culturale del Ministero degli Esteri francese. Questo dipartimento ha a disposizione finanziamenti che non sono eccessivi se paragonati ad altri settori della cooperazione ma sono abbondanti per il settore culturale, che non ha bisogno di grandi cifre per fare eventi di grande immagine e concreto aiuto agli operatori culturali. Questo contribuisce a mantenere alta l’immagine del settore culturale francese e a fornire aiuto concreto agli artisti africani. Il Ministero degli Esteri italiano non è mai stato così lungimirante…

immagine | opera di Moshekwa Langa

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