Africa e Mediterraneo n. 83 (2/15)
È noto che gli incontaminati e vuoti paesaggi dell’Africa – mitizzati dai vari esotismi, compresa l’industria turistica, e contrapposti all’opprimente antropizzazione del primo mondo – sono messi in pericolo da un inquinamento crescente, che numerose voci denunciano, mentre le debolezze politiche e i conflitti interni o esterni agli Stati africani aggravano la situazione.
Percependo il continente africano, sin dai primi viaggi dei Portoghesi, come un territorio inesplorato, una terra nullius da occupare, l’Europa ha dato forma a pratiche coloniali e post-coloniali fondate su tale visione. Da tempo gli scrittori africani sono impegnati a proporre un’idea alternativa delle risorse naturali e del paesaggio, meno idealizzata e più concretamente legata ai bisogni dell’uomo, mentre numerose ricerche linguistiche e antropologiche hanno aiutato a comprendere aspetti inaspettati del concetto di Natura nelle culture del continente.
Con questo dossier di Africa e Mediterraneo abbiamo cercato di andare alle radici dello sguardo occidentale, ricollegandoci a un discorso ormai antico di critica dell’Orientalismo, che è ora in corso di rinnovamento alla luce dei “nuovi Orientalismi”, costituiti dai discorsi sommariamente ecologisti e vittimisti nei confronti delle risorse naturali di un continente che non sarebbe in grado di difendersi da solo.
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