31 luglio 2014

L’Africa rilegge la Divina Commedia a Francoforte

Majida Khattari, Houris

Si è appena conclusa la mostra “The Divine Comedy: Heaven, Hell, Purgatory revisited by Contemporary African Artists“, che è stata allestita presso il Museo d’arte contemporanea di Francoforte dal 31 marzo al 27 luglio. L’eccellenza degli artisti africani, coordinati dal curatore Simon Njami, ha voluto trasportare sulla terra e più precisamente in Africa, l’immaginario dantesco sull’aldilà. La mostra, che si sviluppa su tre piani, rispettivamente: Inferno, Purgatorio e Paradiso, contiene opere come “Virgil and Beatrice”, dove Beatrice è una donna africana che accompagna il poeta alle porte dell’infernale Zimbabwe in cui “lasciate ogni speranze o voi che entrate”. Le visioni di morte e distruzione si susseguono ed è la volta di un artista keniano che racconta l’eccidio del Rwanda attraverso tavole di legno che rappresentano i tanti cadaveri.

Pittura, fotografia, scultura, video, istallazioni e performance sono i vari linguaggi utilizzati per raccontare questa commedia molto più terrena che divina, dove c’è spazio anche per il dramma dei migranti morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa, raffigurati in una barca-bara con 80 teste di legno. Ma infine arriva il Paradiso con un’esplosione di fiori e paesaggi mozzafiato, uccelli che si alzano in volo, bellissime donne velate che sembrano angeli e citazioni dal Corano. Un esperimento perfettamente riuscito di transculturalità, osannato dalle grandi riviste di arte contemporanea, l’esempio di come una rilettura dei capolavori occidentali possa produrre nuovi orizzonti di significato e continuare ad essere di insegnamento.

Jems Koko Bi, Robert Convoi Royal, 2007

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